Rimini. Maltratta le due figlie e ne violenta una

Avrebbe violentato la figlia quando era solo una bambina, poi l’avrebbe rifatto, più volte, quando era diventata una giovane donna. Rapporti sessuali che la ragazza, affetta anche da un deficit cognitivo, ha “confessato” agli assistenti sociali, quelli con cui è rimasta in contatto dopo che lei e la sorella avevano trascorso 13 anni in una casa famiglia.
è una storia triste, intrisa di miseria umana e di dolore, quella che ha come sfortunate protagoniste una ragazza riminese di circa 25 anni e la sorella, quasi coetanea. Solo una delle due ha subito violenza sessuale da parte del padre, sia da bambina che da più grande, ma entrambe sono state maltrattate a suon di insulti («sei una poco di buono», per usare un eufemismo), spintoni , “sequestri di cellulare” e morbosi controlli all’abbigliamento con cui uscivano di casa.
La storia
L’uomo, quasi sessantenne, riminese, è attualmente detenuto nel carcere di Forlì, dopo essere stato arrestato lo scorso febbraio, non appena gli assistenti sociali hanno denunciato alla Procura della Repubblica quanto appreso dai colloqui con la figlia. Rivelazioni che hanno riportato in auge l’orrore già vissuto in passato dalla ragazza. Proprio per le violenze sessuali nei confronti della figlia, allora niente più che una bambina, il padre aveva patteggiato una pena di due anni.
Per lui, al termine delle indagini a cui hanno preso parte i pm Davide Ercolani e Luca Bertuzzi, la gip Raffaella Ceccarelli ha disposto il giudizio immediato, fissando l’udienza per il 10 ottobre 2024. L’imputato è assistito dall’avvocato Paolo Gasperoni, mentre le due figlie, entrambe costituitesi parte offesa, sono rappresentate dall’avvocata Carlotta Venturi. La madre (ed ex moglie ma tuttora convivente col marito così come con le figlie) non si è costituita a giudizio. Dopo gli anni vissuti in casa famiglia, infatti, le due figlie (al raggiungimento ciascuna del 21esimo anno di età) avevano scelto di tornare a vivere con la madre, che, tuttavia, aveva riallacciato i rapporti col marito dal quale si era separata dopo l’allontanamento delle bambine. E nonostante gli orrori del passato, anche l’uomo si è ritrasferito sotto lo stesso tetto. Ma ritornando tutti nella stessa casa, purtroppo (almeno secondo quanto sostenuto dall’accusa) è stato ripetuto lo scempio del passato, sempre ai danni della stessa figlia.
Il racconto dell’orrore a cui l’ha sottoposta il padre (che l’avrebbe costretta, più volte, a subire rapporti sessuali istruendola bene di non dire niente a nessuno) è stato confermato durante l’incidente probatorio, occasione in cui la ragazza ha ripercorso davanti al giudice il dramma che le è toccato subire.