Rimini. Maltratta la compagna, avvocata a processo

Insieme per anni, ora si fronteggiano in un’aula di tribunale: sul banco degli imputati un’avvocata emiliana di 54 anni accusata di maltrattamenti e tutelata dal collega Andrea Iaccarini, dall’altro lato la sua ex compagna e convivente, costituitasi parte civile con la legale Aidi Pini nel dibattimento appena inauguratosi davanti alla giudice Elisa Giallombardo. Nella prima udienza del processo la donna ha confermato alle accuse già formulate nella denuncia che ha portato alla costruzione del capo d’imputazione contro la sua ex compagna: il suo esame proseguirà nella seconda udienza fissata per il mese prossimo.
Le accuse mosse nei confronti dell’avvocata 54enne (titolare del fascicolo il sostituto procuratore Davide Ercolani) descrivono una relazione sentimentale degenerata in un rapporto violento: la denuncia depositata nell’aprile del 2020 fa riferimento a episodi che si sarebbero ripetuti continuativamente a partire dal 2017, tra umiliazioni, minacce di morte rivolte sia alla compagna che alla ex e aggressioni fisiche.
Violenze di ogni tipo
L’avvocata avrebbe inoltre fatto leva sulla propria professione per convincere la convivente che, in caso di denuncia, nessuno le avrebbe creduto: “Chiama pure i carabinieri, adesso li chiamo io e ti faccio fare un Tso e ti faccio rinchiudere - avrebbe detto in un’occasione -. A chi vuoi che credano i carabinieri, io sono un avvocato e tu una miserabile pensionata”. A ciò si sarebbero aggiunte anche violenze di tipo economico - con frasi quali “Ti distruggerò economicamente” e “Ti faccio finire sotto un ponte” - e fisiche, con la parte civile che ha riferito di essere stata più volte malmenata con spintoni e schiaffi.
Le parole vietate
Ma non finisce qui: a rendere ancora più tossica la relazione, per la donna vi sarebbe stato il divieto, formulato dall’avvocata, di fare riferimento alle proprie condizioni di difficoltà psicologica, con parole bandite come ad esempio “fragile”, “depressione”, “vulnerabile”. E la 54enne sarebbe andata su tutte le furie anche quando sentiva pronunciare il nome dell’ex della compagna: anche quest’ultima e suo figlio, fra l’altro, sarebbero stati bersaglio di minacce di morte.
Nemmeno le conversazioni telefoniche tra le due, stando alle accuse, sarebbero state libere: la 54enne le avrebbe infatti registrate con la minaccia di usarle un domani contro la compagna.
Un coacervo di angherie che avrebbe assoggettato la vittima facendola vivere nel terrore e che è valso alla professionista emiliana la contestazione del reato di maltrattamenti ai danni della convivente per il quale è ora a processo.