Rimini, le Poste riducono gli orari di apertura, il Comune protesta

RIMINI. Non va bene fare tagli drastici agli orari estivi degli uffici postali in una città a così alta vocazione turistica. E soprattutto non si fa senza condividere la decisione col Comune. Ne sono convinti il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e l’assessore ai Servizi civici Francesco Bragagni, che hanno intenzione di scrivere a Poste italiane. Una lettera del 20 giugno di Poste, infatti, ha informato che “per garantire un equilibrio tra la flessione della domanda dei servizi postali nel periodo estivo e la relativa offerta” rimodulerà giorni e orari di apertura degli uffici. Il che, fa notare il Comune, si traduce “in un taglio alle giornate di apertura che interessa sei uffici”, a partire da quello di via Bissolati, che sarà chiuso per 15 giorni distribuiti tra luglio e agosto e quello di Santa Giustina, chiuso per undici giorni concentrati nel solo mese di agosto, seppur non consecutivi. Ci sono poi le chiusure del “solo” turno pomeridiano degli uffici di via Marecchiese e via Euterpe (dal 6 al 29 agosto) e “soprattutto” quelli di via Gambalunga, in centro storico, e di Miramare, con gli sportelli chiusi al pubblico il pomeriggio per 18 giorni consecutivi a luglio (dal 7 al 25) e per 25 giorni consecutivi ad agosto (dal 6 al 29). Sindaco e assessore ricordano poi che l’ufficio postale di Viserbella (in via Cenci, zona lungomare) osserva ancora l’orario del periodo Covid, con tre giorni di apertura settimanale. “Detto che è assolutamente comprensibile oltre che legittimo che Poste italiane intervenga per l’estate sugli orari dei propri servizi in un’ottica di ottimizzazione, lasciano perplessi tanto il merito dell’intervento su Rimini, quanto il metodo”, sottolinea Bragagni.
A livello di merito, “troviamo che certe scelte non siano in linea con le reali esigenze di una città come Rimini che, ricordiamo, d’estate moltiplica in maniera esponenziale le sue presenze in virtù dell’afflusso turistico, mentre una buona parte della popolazione residente è impegnata con le attività lavorative stagionali”. In particolare, la chiusura pomeridiana per 18 e 25 giorni consecutivamente degli sportelli di via Gambalunga e di Miramare, “oltre ad essere a nostro parere eccessiva, pare essere in contrasto proprio con il decreto Gentiloni citato da Poste, che specifica come ‘nessuna riduzione giornaliera ed oraria di apertura al pubblico degli sportelli può essere applicata ai Comuni a prevalente vocazione turistica’”. Insomma per comuni come Rimini “non solo non sono contemplate riduzioni, al contrario si possono valutare ampliamenti alle aperture in accordo con le amministrazioni interessate”. Il sindaco si sofferma poi sul secondo aspetto, quello del metodo: “Così com’è stato per il piano di razionalizzazione operato da Poste, con la chiusura da parte dell’azienda degli uffici postali di Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Corregiano, anche in questo caso ci troviamo dinnanzi ad una decisione tutt’altro che condivisa, sulla quale non c’è stato alcun tipo di confronto o comunicazione preventivi”. Quindi, “ribadendo la legittima autonomia aziendale, torniamo a sottolineare come Poste abbia anche una responsabilità sociale, dovendo essere garante di un presidio di servizi a favore della comunità e del territorio”. Per questo Bragagni auspica “sia rispetto alle modalità di comunicazione e informazione con le Istituzioni del territorio, oggi ancora troppo unilaterali, sia rispetto ai provvedimenti presi, a partire dalla chiusura degli uffici di Corpolò, visto e considerato che ci sono ancora i margini per la revoca”.