Rimini. Le donne vittime di tante violenze, “ma sulla statistica incide il turismo”, e pagate meno degli uomini

La piaga della violenza sulle donne non risparmia certo la provincia di Rimini. Né la cattiva pratica delle differenze di genere nelle retribuzioni. Sul primo fronte nel 2022 sono state 144 le chiamate al 1522, il telefono di pubblica utilità contro violenze e stalking. La media, in crescita, dal 2013 al 2022 è di 122 utenti e 58 vittime annue. Per il 2022 sono appunto 144 gli utenti e 65 le vittime di violenze o stalking. Il trimestre con i numeri più alti, 64 e 28, è stato il secondo del 2020, in coincidenza con il lockdown. Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio di genere 2023, realizzato dalla Provincia di Rimini e presentato questa mattina alla stampa.

Secondo il quale il tasso di delittuosità per violenze sessuali risente della “forte vocazione turistica del territorio e del conseguente aumento della popolazione estiva, e resta uno dei più alti in regione e di molto superiore alla media nazionale”. Sul fronte retribuzioni si registra un peggioramento nel 2021 nelle differenze di genere, anche nel numero medio di giornate retribuite, specie per quanto concerne le posizioni apicali e i contratti a tempo indeterminato. I maschi hanno percepito in media circa 6.500 euro in più all’anno, dato comunque migliore rispetto alle medie regionale, 9.000 euro, e nazionale, 7.500. Mentre la forte ripresa registrata nei numeri dell’occupazione segnalano una ripresa nel lavoro femminile, ma con meno potere contrattuale rispetto agli anni precedenti. Il 12% degli incarichi dirigenziali e il 31% dei quadri è “in rosa” e le differenze di genere della retribuzione superano i 17.000 euro. Il quadro dei dati, osserva la consigliera provinciale alle Politiche di genere e pari opportunità, Barbara Di Natale, “evidenza come sia necessario lavorare su scelte politiche di tipo strutturale”, mettendo in campo azioni per accrescere l’occupazione, ridurre il divario salariale di genere, sostenere le famiglie con particolare riguardo alle donne, con politiche di welfare più attente, concrete e strutturate e non legate al tempo di una manovra economica. Complessivamente le donne in provincia sono in maggioranza rispetto agli uomini e crescono di pari passo con l’aumentare della popolazione. Tuttavia la superiorità femminile nei numeri è dovuta alla maggior longevità, ci sono 127 femmine over 65 ogni 100 maschi, a discapito delle classi giovani, 94 femmine under 30 ogni 100 maschi. Negli ultimi dieci anni, inoltre, per “l’altra parte del cielo” aumenta l’età media, l’età al matrimonio, l’età media al parto, l’età di ingresso nel mondo del lavoro. E aumenta pure l’età media delle donne straniere residenti. Non solo: per la prima volta dopo un decennio il numero medio di figli per donna, se pur di poco, è in crescita. Ci sono più donne che vivono da sole, in percentuale minore per quelle con meno di 35 anni, “segno delle difficoltà sempre maggiori ad abbandonare presto la famiglia e spesso il restare soli è sempre più una costrizione più che una scelta”. Dopo il forte calo registrato nel 2020 sono in aumento i matrimoni con preferenza del rito civile e uno su cinque avviene con almeno uno sposo straniero. Risulta infine superiore nelle donne l’istruzione terziaria a testimonianza del fatto che “spesso” scelgono percorsi di studi più approfonditi prima dell’ingresso nel mondo del lavoro.