Rimini. La trattoria da Lucio si trasferisce e va in Darsena, riparte il locale dell’ex Molo 22

Rimini

Trattoria da Lucio fa le valigie per trasferirsi «in mezzo al mare». E non in senso metaforico. Da viale Vespucci prenderà infatti residenza nello stabile che, un tempo, era lo storico Molo 22 in Darsena. Passato attraverso varie gestioni, rivelatesi tutte fallimentari, il locale ex “Somar lungo” non è mai riuscito a decollare. Ora il compito di rilanciarlo tocca al ristoratore celebre per il suo pesce frollato. «Una location difficile, perché le persone bisogna portarcele - commenta Ticchi -. Sicuramente non un luogo di passaggio». L’impresa, ciò nonostante, non lo spaventa minimamente. «Il posto è ambizioso e ci colloca all’interno del nostro habitat - spiega -. Finalmente realizzerò il sogno che da sempre coltivo: far dialogare pesce e mare». I lavori di ristrutturazione, partiti a febbraio, hanno come termine ultimo il 17 settembre prossimo. Data in cui, riferisce Jacopo Ticchi, ci sarà l’inaugurazione ufficiale. Per assaggiare la cucina dello chef, dunque, ci si dovrà recare in viale Ortigara 80. «Un ristorante disteso sopra le rocce - secondo l’idea del titolare -, cullato dalle onde e in visione diretta dell’orizzonte». Praticamente il contesto perfetto in cui assaporare il pesce frollato, marchio di fabbrica dello chef. Anche se il menu, promette Ticchi, andrà incontro a dei cambiamenti. «Stiamo facendo molta ricerca - spiega ancora -. Punteremo tutto sulla sostenibilità, anche in termini di consumo di pesce, cercando di sprecarne il meno possibile».

Il progetto

Quali i motivi che si celano dietro questo trasferimento? Il titolare li riassume così: «Oltre alla location incredibile, che ci consentirà di aumentare l’esperienza dei clienti, realizzeremo un arredamento che migliorerà molto il servizio». Invariati i coperti, che rimarranno circa una sessantina, ed anche la squadra al lavoro dietro i fornelli. «Siamo una ventina, aggiungeremo soltanto qualche altro elemento - prosegue lo chef -. La differenza la faranno location e servizio». Oltre alla cucina interna, spiega, ci sarà infatti una cucina esterna in pietra, posizionata al centro della sala, con tanto di forno a legna e griglia. «Renderemo l’ultima fase della cucinata ancor più spettacolare, dialogando con i clienti - ci prospetta -. Ci sarà molta più interazione, con i cuochi che potranno confrontarsi direttamente con i commensali».

Il cambio

Al cambio di location corrisponderà anche un cambiamento di prospettiva, e soprattutto di identità del ristorante. «Abbandoneremo il termine trattoria per provare a raccontare una storia diversa, profondamente radicata nel territorio - spiega Ticchi -. Ci chiameremo “Da Lucio”, ma saremo sempre noi». Anche se l’ambizione, tiene a rimarcare il titolare del ristorante, è quella di alzare il livello della sua cucina. Senza che questo, però, ricada sui prezzi. «A cosa puntiamo? - si interroga, anche se la risposta la sa già -. Ad essere il miglior ristorante al mondo».

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