Rimini. La stagione non è ancora finita ma «metà dei bagnini ha smontato»

Rimini

File di lettini accatastati lungo la passerella pedonale, bagnini con tubi dell’acqua in mano, e bagnanti a guardare sorpresi. Siamo sulla spiaggia di Rimini, dove, domenica 15 settembre, la stagione balneare era già entrata nella fase di chiusura, con tanto di lavaggio di brandine, sdraio e ombrelloni. Il tutto tra nuvole minacciose all’orizzonte, qualche raggio di sole a fare capolino, e turisti costretti a tirar fuori golfini e felpe. Sottolinea Fabrizio Pagliarani, presidente di Confesercenti balneari: «Molti stanno chiudendo, è vero. E tanto ha inciso il maltempo: siamo passati dai 30 ai 16-17 gradi di temperatura in poco meno di tre, quattro giorni. Poi, però, a complicare ulteriormente la situazione è arrivata la nuova ordinanza della Capitaneria di porto che ha reso obbligatorio, senza indicare una data di fine termine, il servizio di salvamento in caso di bagno aperto. Così più della metà dei concessionari riminesi hanno iniziato l’opera di smontaggio della spiaggia, anticipando, di fatto, la fine della stagione». Dito puntato contro l’atto dell’ufficio periferico dell’amministrazione del ministero delle Infrastrutture, dunque. Che, secondo i balneari, non solo rischia di impedire l’allungamento della stagione a tutto settembre, ma anche la politica di destagionalizzazione portata avanti dal Comune. «Altro che estate tutto l’anno - stigmatizza Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali -. Qui tra alberghi chiusi, quasi tutti gli stagionali hanno già abbassato le “serrande”, brutto tempo, e obbligo del salvataggio, ci ritroveremo senza un cliente già dalla prossima settimana. Vedremo, comunque, cosa ci dirà l’assessore regionale al Turismo, Corsini, nell’incontro di sabato, dopodiché decideremo cosa fare». Il pensiero, infatti, va a ottobre e alla prossima stagione estiva. «Immaginate in che condizioni ci troviamo - commenta Pagliarani -. Da una parte il decreto del governo che impone i bandi gara, dall’altra il rischio che con questa ordinanza ci ritroveremmo, anche a Pasqua 2025, a dover installare le torrette se vogliamo aprire i bagni». Il nuovo provvedimento, infatti, non fissa una data, ma parla solo di obbligo per il balneare di garantire il servizio di salvataggio in caso di apertura del bagno. Puntualizza Vanni: «Vi dico solo questo: la spesa che ogni bagnino deve sostenere per una sola settimana di salvataggio è di 1.200 euro. Basti pensare che ogni marinaio costa 22 euro l’ora lordi per 56 ore settimanali: 8 ore per 7 giorni, e i conti mensili sono presto fatti». Chiosa allora Corrado Della Vista, albergatore, titolare di bistrot e presidente Conflavoro Rimini: «Sebbene la stagione turistica sia terminata per molti, circa 300 hotel rimarranno aperti fiere e weekend. È fondamentale, quindi, che i turisti non trovino una Rimini priva di servizi balneari. Pertanto, chiedo agli operatori di spiaggia, ai chioschi e ai ristoranti di rimanere aperti. Se crediamo nella destagionalizzazione dobbiamo investire tempo e risorse per comunicarla efficacemente. Inoltre, spero che venga concessa una proroga al servizio di salvataggio dei bagni e che vengano esonerati da responsabilità per il servizio di balneazione. Dopodiché, terminata la proroga, si parta con l’elioterapia».

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