Rimini, la preside Tornatore lascia il Serpieri: “Ho sempre cercato di tutelare la scuola”

Rimini

«Mai interrotto il dialogo con docenti e studenti: su di me la macchina del fango». Parla per la prima volta Francesca Tornatore, sino al prossimo 31 agosto dirigente del liceo Serpieri di Viserba. E lo fa con toni pacati senza sollevare polemiche, riconoscendo però di aver vissuto un periodo «sofferto e imbarazzante». Ora ha ottenuto il trasferimento in una delle sedi della rosa richiesta: a Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena dove, dati alla mano, riceverà uno stipendio maggiore varcando la soglia di un istituto comprensivo giudicato dalle carte di una fascia di complessità superiore rispetto alla scuola che lascia.

Preside, perché finora ha scelto un profilo basso?

«La mia non era una posizione facile. Il tentativo è sempre stato quello di tutelare gli studenti e l’istituzione scolastica evitando un continuo botta e risposta. La voglia di dire “questo non è vero” era grande ma ho puntato sul riserbo».

Ha chiesto lei il trasferimento o le è stato imposto?

«Si tratta di una mia decisione. Non è nel mio stile abbandonare un incarico e sarei stata disponibile a restare, ma alla fine ho scelto un riavvicinamento graduale verso casa. La mia regione di provenienza, infatti, è il Lazio che ho lasciato nel 2023 per dirigere il Serpieri. Con lo stesso spirito con cui sono arrivata, vorrei continuare a dare il mio contributo laddove fosse possibile lavorare con serenità. Sarò preside di un istituto comprensivo che include scuola dell’infanzia, primaria e medie. Intendo questo cambiamento anche come una sfida a fare qualcosa di diverso, reputando peraltro decisivo il peso dei primi passi nella formazione scolastica di un allievo».

L’hanno accusata di non essere disponibile al dialogo. Cosa risponde?

«Il paradosso è che per tutto il primo anno scolastico, in molti hanno detto che apprezzavano la porta della presidenza lasciata sempre aperta, anche in senso simbolico, salvo nei momenti di necessaria riservatezza. Mi riferivano di non esserci abituati».

Cos’è cambiato?

«La mia porta ha continuato a essere aperta. Il problema è che le persone non sono più entrate preferendo esprimersi attraverso altri canali più sensazionalistici».

Iniziamo dalle presunte mancate procedure di sicurezza come le porte con catenacci. Come lo spiega?

«Le catene c’erano prima del mio arrivo, immagino per limitare l’annoso problema dei furti. Ho dato disposizione di toglierli durante l’orario scolastico».

Fondi Pnrr a rischio?

«Per usare i fondi c’è bisogno di risorse umane, vale a dire di docenti, ma anche dell’interesse di chi deve partecipare ai corsi e quindi degli studenti. Abbiamo fatto quanto potevamo in relazione alla disponibilità trovata tra gli insegnanti ma i ragazzi hanno spesso disertato le lezioni. Criticità, questa, che riguarda quasi tutte le scuole. Quanto alle somme destinate agli acquisti, le abbiamo utilizzate tutti».

Nodo gite...

«Organizzare una gita quasi per ogni classe ha comportato uno sforzo organizzativo enorme con il grande punto interrogativo del superamento della soglia che hacoinvolto ogni scuola. Fino a dicembre 2024 era necessario mantenersi al di sotto dei 143mila euro per i viaggi, seguendo così i dettami dell’anticorruzione. Una cifra che non è enorme come sembra dovendo coprire le spese di tutte le gite. Ogni istituto ha dovuto risolvere il problema studiando criteri di selezione. Fortuna ha voluto che a dicembre sia arrivata la deroga dell’Anac per cui fino al 31 maggio non sarebbe stato più necessario rispettare la soglia. Avevamo già mandato in viaggio le quinte con il criterio di favorire i ragazzi in uscita. Dopodiché abbiamo accolto tutte le richieste ma alcuni viaggi sono saltati, come accade ovunque, mancando accompagnatori, adesioni o offerte. Il problema è stato un altro».

Quale?

«Il consiglio di istituto non ha approvato il programma annuale. Questo ha comportato che, in un intervallo di tempo molto critico, in cui dovevamo concludere trattative per viaggi o progetti, siamo stati bloccati non potendo rispettare le scadenze previste».

Docenti sospesi: un suo commento?

«Le sospensioni non arrivano dal dirigente ma dall’Ufficio scolastico. Sono tenuta a segnalare ciò che va contro le norme, fermo restando che i docenti hanno avuto diritto a un contradditorio a differenza di quanto è successo a me su cui è ricaduta una condanna senza appello. Se la sanzione è arrivata, c’erano delle prove, ma ai due insegnanti resta comunque lo strumento del ricorso. La strada non è quella di farsi compatire e difendere da chi non conosce il mondo della scuola e la gravità di ciò che ha condotto alla sospensione».

Cosa auspica?

«Mi auguro che ogni persona e ogni organo riesca a rimanere nelle proprie sfere di competenza contribuendo in modo corretto al buon funzionamento dell’istituzione scolastica. Sono stata sempre disponibile al confronto diretto mantenendo questi principi e non smetterò mai di farlo».

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