Rimini, la Cgil: “I giovani preferisco l’aperitivo al lavoro? Provate a pagarli di più”

“Come fanno a vivere le famiglie riminesi?”. È la domanda che si fa la segretaria generale della Cgil di Rimini, Francesca Lilla Parco, chiudendo questa mattina la presentazione dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia, a cura di Ires Emilia-Romagna. E definendo “strumentali” quelle analisi della difficoltà a reperire manodopera che puntano il dito contro “giovani che preferiscono l’aperitivo al lavoro”, ritenendo adeguata la retribuzione e non giustificati i rifiuti. Ebbene, chiarisce la sindacalista, “qui la retribuzione media è di poco oltre i 17.000 euro e i lavoratori stagionali non vanno oltre 5.800”. Con la Naspi “peggiorata”.

Senza dimenticare che rispetto a un aumento dei salari del 21% nel corso degli ultimi anni, il costo della vita viaggia al 33%. Non a caso dunque aumentano gli accessi alla Caritas, senza tralasciare il lavoro nero. Serve dunque “una battaglia comune sulle retribuzioni”, invoca e per questo è stato chiesto l’appoggio dei sindaci. Le altre criticità prosegue, riguardano da un lato la povertà dei pensionati, “sotto i 500 euro, frutto anche dell’irregolarità contributiva, la maggior parte sono qui”, dall’altro la stabilità del lavoro, con oltre il 70% dei precari e numeri più alti per le donne. Intanto passa “sotto silenzio” del pubblico e delle associazioni datoriali la crisi della manifattura, conclude Parco segnalando che dal patto per il lavoro e il clima è scomparsa la dicitura “piena e buona occupazione: va recuperata”.