La campagna d’Avvento della Caritas di Rimini si presenta così: un pacco regalo con all’interno non un dono tradizionale, ma una bolletta. Pagata. È il primo gesto simbolico del percorso “Ciò che c’è di più caro”, pensato – spiega il direttore Mario Galasso - per sensibilizzare la nostra comunità sulle fragilità che oggi colpiscono sempre più famiglie».
Rimini, la Caritas chiede un regalo di Natale: “Pagate una bolletta a chi è in difficoltà”
L’iniziativa
Galasso illustra subito lo spirito dell’iniziativa: «Ogni Avvento e ogni Quaresima attiviamo campagne che hanno sullo sfondo la raccolta fondi, ma quello che ci interessa davvero è accendere l’attenzione su temi che stanno a cuore alle persone che si rivolgono da noi». E aggiunge una riflessione netta: «Troppo spesso quando si parla di poveri abbiamo in mente il tipico barbone. In realtà oggi la povertà ha un volto diverso».
È la cosiddetta “nuova povertà”, fatta di uomini e donne che lavorano ma non riescono più a sostenere le spese essenziali: «C’è chi ha un impiego, ma tra affitto, bollette e figli a scuola non arriva alla fine del mese. Il costo della vita aumenta, gli stipendi no». Da qui la scelta di costruire un percorso simbolico, «quasi un calendario dell’Avvento: si apre un pacco e si scopre un messaggio». Non quotidiano, precisa, «perché sarebbe stato molto impegnativo», ma articolato attorno alle richieste che arrivano più spesso ai centri Caritas.
Bolletta, affitto, cibo
Il primo, presentato in questi giorni, è dedicato a «una bolletta pagata»: un aiuto semplice e concreto che fotografa bene le difficoltà di tante famiglie. I successivi riguarderanno «il tema dell’affitto, perché l’abitare è oggi un problema più grosso, e a Rimini, città turistica, lo è ancora di più», chiarisce. Poi il cibo: «Con la nostra mensa prepariamo centomila pasti all’anno. Qualcosa arriva dalla comunità europea, certo, ma gli alimenti di maggior pregio come l’olio, la carne e il formaggio dobbiamo comprarli».
Il quarto pacco è dedicato alla salute: «Molte persone senza residenza o documenti hanno come unico accesso il pronto soccorso. Per loro pagare i farmaci diventa impossibile». Segue il tema del lavoro: «Il nostro Fondo per il Lavoro aiuta a mettere in contatto domanda e offerta, ma servono risorse». L’ultimo passo è forse il più sorprendente: la solitudine. «È la povertà più diffusa. Anche giovani e persone economicamente stabili, apparentemente connesse con il mondo tramite i social, in realtà sono profondamente sole».
Cerchiamo volontari
Accanto all’aiuto economico, Caritas lancia un appello altrettanto decisivo: «Chiediamo volontari. Crediamo che il cambiamento dello sguardo verso l’altro sia ancora più importante del denaro. Perché chi fa esperienza di incontro, dedicando qualche ora alla settimana al servizio dei più fragili, diventa testimone nelle nostre comunità». E questo, conclude Galasso, «per noi è forse più prezioso di qualsiasi offerta».
Con “Ciò che c’è di più caro”, Caritas Rimini invita la città «a guardare da vicino fragilità spesso invisibili. E a tendere la mano: con un dono, una presenza, o semplicemente un po’ di tempo».
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