Rimini, l’omicidio di Pierina. Manuela Bianchi: «Incesto? Rimasti schifati, Loris trattato come un figlio»

Rimini

«Siamo rimasti tutti schifati e penso che anche la giudice abbia pensato la stessa cosa». Così Manuela Bianchi durante l’ultima puntata di Quarto Grado in riferimento alla precisa domanda che lunedì scorso in udienza l’avvocato di Louis Dassilva, Andrea Guidi, ha formulato al figlio di Pierina Paganelli, Giacomo Saponi, chiedendogli se avesse mai sospettato di una relazione impropria e incestuosa tra lei e il fratello Loris. Una domanda inaspettata e considerata comunque inammissibile dalla Corte d’Assise. Al termine, il legale del 35enne senegalese, unico imputato per l’omicidio della pensionata, ha spiegato che ci sarebbero “substrati” ancora da portare alla luce che giustificherebbero la necessità di affrontare il tema nel processo. Quindi forse secondo loro sotto c’è qualcosa di più rispetto a quella registrazione di gennaio 2024 tra i fratelli Bianchi. “Se ti vengono in mente strane cose che sei mezza brilla io non sono Louis” disse scherzando Loris. “Non potrei sbagliarmi, sei troppo chiaro” fu invece la risposta della sorella.

«Senza madre l’ho cresciuto come un figlio, altroché incesto - ha poi smentito categoricamente davanti alle telecamere Manuela Bianchi, in studio insieme al suo consulente Davide Barzan, il quale ha definito la domanda totalmente vergognosa -. Adesso questa cosa mi fa sorridere, perché mi sembra l’ennesima volta in cui un gatto cerca di andare su per i vetri e le unghie stridono. Se non è una cosa deve essere un’altra, purché non si focalizzi sul tema principale ovvero il trovare chi ha ucciso Pierina. Si lavora solo di fantasia».

Non è quindi da escludere che i due fratelli intraprendano azioni legali nelle sedi competenti. Così come non è da escludere che la stessa domanda gli avvocati di Dassilva la porgano direttamente domani in aula a Loris Bianchi quando riprenderà il processo e sarà chiamato a testimoniare davanti alla Corte d’Assise. Prima di lui, però, toccherà all’altro figlio di Pierina ancora da sentire, Giuliano Saponi, che dovrà rispondere, tra le varie cose, sui rapporti con la madre, sull’incidente in bici del maggio 2023 che lo mandò in coma e sul matrimonio con la sua ormai ex moglie. E perché no anche se avesse mai sospettato di una relazione incestuosa tra lei e il fratello Loris, ma quello a questo punto dipenderà dagli avvocati di Dassilva, se riformuleranno la domanda (e in che modo), e dalla decisione della Corte di ammetterla o no in base alla sua rilevanza in quel contesto.

«Giorgia sta ancora male»

L’1 dicembre, invece, toccherà testimoniare alla figlia di Manuela, Giorgia Saponi. «Ancora oggi si dà colpe sul fatto che secondo lei se quella sera fosse andata all’adunanza dei Testimoni di Geova con la nonna forse avrebbe potuto salvarla - ha raccontato -. A volte penso che se io non avessi avuto quella relazione con Louis probabilmente avrei ancora mia suocera».

Il conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzi ha poi chiesto a Manuela se ci fosse ancora una fiammella verso Dassilva che arde nel suo cuore, ma la donna ha preferito non rispondere. Sul rapporto con Loris, invece, ha spiegato come «dopo l’incidente di mio marito ci siamo avvicinati moltissimo. Lui stava divorziando dalla moglie e veniva da un periodo difficile, mentre io ero sconvolta da quello che era successo a Giuliano e mi è stato molto vicino. Dubbi su di lui? Mai avuti. La sera dell’omicidio mio fratello è stato sempre con me».

«Incidente e delitto collegati»

Da un po’ di tempo però «penso che l’incidente di Giuliano e la morte di Pierina siano collegati - ha ammesso Manuela -. E che qualcuno abbiamo voluto davvero fargli del male». Sulle parole di Giacomo, invece, che in aula lunedì scorso l’ha definita un’abile manipolatrice nel passare da vittima «ha usato un tono più pacato e trattenuto rispetto a ciò che disse la prima volta a poche ore dalla morte della madre in un momento troppo doloroso».

Intanto, nelle scorse ore la gip Raffaella Ceccarelli ha archiviato l’indagine per atti persecutori a carico di Valeria Bartolucci proprio nei confronti di Manuela Bianchi. «La temo ancora molto - ha concluso la donna - e sono due anni che non passo sotto al suo balcone». Per il consulente Barzan però «un procedimento è stato archiviato, mentre è arrivata la conclusione delle indagini preliminari per minacce aggravate, diffamazione aggravata e percosse. La Bartolucci quindi non ha nulla da festeggiare».

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