Rimini, l’odissea di un proprietario: “Sul mio terreno spuntano casette di legno abusive”

Rimini
  • 05 marzo 2024

E’ una battaglia che conduce in solitudine dal 2019, quando affittò un “pezzo di terra” a uso agricolo che poi è stato “colonizzato” da una roulotte, poi da una seconda e così via. Fino a qualche giorno fa quando sulla sua proprietà ha visto sorgere una casetta di legno.

Apriti cielo. Mario di Spirito, dopo non si sa quante lettere e diffide, denuncia tutto pubblicamente. Anche perché l’immobile è ancora lì (e se ne è aggiunto un altro), mentre un piccolo piazzale realizzato nel 1993 in “betonelle” da Di Spirito (“abusivo”) è stato rimosso da Anthea “senza attendere che provvedessi da solo”.

Il calvario infinito

La storia di quel terreno a Corpolò inizia quindi nel 2019. «Ho affittato un’area agricola e, lo specifico, a uso no abitativo».

Invece? «Prima è stata messa una roulotte, poi un’altra, quindi è stata chiesta la residenza. Inoltre in seguito a verifiche sono emersi abusi edilizi e la segnalazione è stata inviata a me in quanto proprietario».

A quel punto? «Ho formalizzato subito la rescissione del contratto ma non è successo nulla, nel frattempo avrò scritto un centinaio di lettere al Comune».

“Adesso basta”

E si arriva a pochi mesi fa, quando Di Spirito nota una “casetta” di legno spuntare sul suo terreno. «Non solo una - aggiunge - dietro ce n’è un’altra credo utilizzata come lavanderia».

Che idea si è fatto? «Non so più cosa pensare. Anche perché nel 1993 su quel terreno, dato che era tutto fango, ho realizzato un piazzale in betonelle autobloccanti impermeabile che il Comune ha ritenuto abusivo. Bene, con molta solerzia i mezzi di Anthea sono venuti a rimuoverlo senza attendere che provvedessi io come era stato segnalato».

Qual è la lezione che ne ha tratto? «Intanto non demordo e continuo a segnalare. Diciamo che non nutro più alcuna fiducia, tanto da avere restituito alla Prefettura il mio certificato elettorale».

Almeno riceve l’affitto per quel terreno? «Ho preso 200 euro il primo mese, poi più nulla».

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