Rimini. L’imprenditore Di Angelo: “Serve un ricambio generazionale e il rinnovamento delle strutture”

«Ricambio generazionale e rinnovamento delle strutture». Ecco l’analisi sul turismo della riviera espressa dallo storico gestore del pub british style “Rose&Crown”, Alduino “Richard” Di Angelo, a cominciare dall’inizio dell’estate.
«C’è stato un aumento dei turisti stranieri, sicuramente dovuto a una maggiore operatività dell’aeroporto, asset strategico per l’afflusso del turismo. Grazie al collegamento con Londra, permette ai turisti extraeuropei di arrivare a Rimini con un solo scalo, e proprio per questo deve essere migliorato anche in uscita, con collegamenti come Roma o Milano, così da aprire più canali con importanti aeroporti nel mondo. L’aeroporto va inoltre potenziato non solo in ottica estiva ma tutto l’anno, in quanto recentemente si è puntato molto anche sul turismo congressuale e fieristico». Ma non mancano altre perplessità sulla stagione: «Siamo indietro dal punto di vista strutturale - prosegue Di Angelo -, probabilmente abbiamo dormito sugli allori negli ultimi anni e ciò ci penalizza in quanto le aspettative e i bisogni nel tempo cambiano e non abbiamo investito sul settore alberghiero. Anche il sistema spiaggia andrebbe rinnovato; le strutture sono rimaste perlopiù quelle di cinquant’anni fa, sarebbe interessante se ad esempio dei bagnini si unissero per provare a mettere in atto qualche idea innovativa e originale, così da incentivare l’afflusso turistico. A inizio ottobre arriverà un finanziamento da 12 milioni di euro dalla Regione per le amministrazioni turistiche, invito gli albergatori e chi crede in questo settore ad adeguarsi alle esigenze di oggi utilizzando questi aiuti».
«Eravamo 20 anni avanti»
Allo sguardo sul futuro fa da contraltare il ricordo dei tempi passati, rispetto ai quali tanto è cambiato. «La mia generazione è stata molto fortunata, 50 anni fa il mondo era sì era allargato, ma non c’erano ancora i collegamenti di oggi e paesi come Spagna e Grecia non avevano ancora investito sul turismo, mentre qui eravamo già organizzati; Rimini era come i Caraibi, attirava tutti. La riviera era 20 anni avanti rispetto al resto d’Italia, mi spiego: non esistevano i social, ma il turismo ha portato culture ed esperienze diverse che hanno conseguito una maggiore apertura mentale. Il Rose&Crown è l’esempio perfetto di questo: dopo il mio viaggio in Inghilterra ho voluto portare qui una cultura nuova, gli italiani passavano davanti al locale e vedevano donne straniere bere assieme a uomini al bancone, cosa impensabile all’epoca e che oggi vediamo come la normalità; in Inghilterra si dice che tutti sono uguali davanti a una birra: primi ministri, sindaci o impiegati. Anche dal punto di vista economico ci sono delle differenze: all’epoca si diceva che le ricchezze del mare in inverno andavano in città, infatti tutti i piccoli o medi proprietari investivano i guadagni estivi nel territorio».
Ma ad essere cambiato è anche il target, «da una maggioranza di turisti stranieri nel passato, a un maggiore afflusso di turisti locali oggi, causata dall’aumento di disponibilità economica dell’italiano medio che ha fatto invertire queste proporzioni» aggiunge il figlio Roberto, a cui “Richard” Di Angelo ha lasciato la gestione del locale.
Il tema generazionale
è proprio il ricambio generazionale uno dei problemi che lo storico titolare individua nel settore turistico della riviera: «I giovani tendono a prendere strade diverse e molti gestori ad oggi sono costretti a chiamare da fuori. Così facendo si va a perdere la ‘romagnolità’, la caratteristica che ci rende unici in tutto il mondo, ovvero la nostra accoglienza. I giovani della mia generazione lavoravano d’estate non solo per mettere da parte dei risparmi, ma per fare esperienze personali. Proprio per questo consiglio ai ragazzi di investire sul territorio e mettersi in gioco durante la stagione, perché è un arricchimento culturale che si porteranno avanti per tutta la vita, indipendentemente dalle loro scelte future».