Rimini. L’ex vicesindaco Pd, Melucci: “Palazzine al posto di villette, fermare la speculazione edilizia”

«Là dove c’erano villette e verde adesso ci sono palazzi e cemento. In un contesto di evidente e crescente speculazione edilizia». Maurizio Melucci, assessore all’Urbanistica dal 1999 al 2006 (giunta Ravaioli), ex vicesindaco ed esponente di spicco del Pd, lancia l’allarme “del prima e del dopo” e denuncia una serie «di operazioni immobiliari che stanno cambiando il volto dei quartieri cittadini».
Melucci, lei nei giorni scorsi ha sollevato la vicenda delle villette unifamiliari trasformate in palazzoni di 4-5 piani: ci può spiegare di cosa si tratta?
«Per un combinato disposto di leggi e norme interpretate in un certo modo i quartieri di Rimini stanno cambiando volto. E quello che “prima” vedevamo in un modo, “dopo” lo vediamo trasformato in un altro. Una cosa che in nessun’altra parte della regione accade: ovvero la trasformazione di aree residenziali a bassa densità, edificate a villette, in zone ad alta densità, edificate a palazzoni di cinque o sei piani, spesso privi di standard minimi di parcheggio e di verde».
Quanti casi ci sarebbero? E in quali quartieri in particolare?
«I casi sono tanti: decine e decine. E sono sparsi in tutta la città, a macchia di leopardo, da nord a sud, al di sotto della statale 16. E se il Comune non interverrà, da decine diventeranno centinaia. Parliamo di costruzioni tipiche degli anni 60-70, villette unifamiliari a uno o due piani, che i proprietari, spesso i figli che vivono altrove, vendono a imprese di costruzioni, perché inutilizzate da tempo».
Un fenomeno che andrebbe avanti da quanto tempo?
«Da un paio d’anni, ma che adesso è esploso in tutta la sua evidenza».
Come è possibile? Tutto ciò è conforme con le norme del Regolamento urbanistico edilizio?
«Sì, è conforme con le norme del Rue, anche se potrebbero subentrare interpretazioni diverse. Questo perché, nel 2016, dal Rue è stata eliminata una norma che prevedeva la realizzazione di parcheggi privati con due posti auto ad appartamento per le nuove costruzioni ed è stato riportato tutto ad un posto auto. Una modifica che ha provocato, di fatto, l’aumento di veicoli in sosta sulle strade e, nel contempo, determinato l’abbassamento dei costi di costruzione e lo sviluppo di queste operazioni immobiliari di trasformazione di villette in palazzi. Si aggiunga che i posti auto pubblici spesso vengono monetizzati o fatti realizzare a distanza di chilometri dall’edificio nuovo. Ebbene, d’intesa con la Regione si potrebbe applicare una variante al Rue per ripristinare i due posti auto che, facendo lievitare i costi di costruzione, scoraggerebbe le imprese ad investire in queste operazioni immobiliari. Ma non finisce qui».
Perché?
«Perché, il vero nodo è stata l’introduzione dei bonus sismico ed energetico, che consente ai costruttori di aumentare l’indice di edificabilità di un buon 30-40%, con tanto di esclusione dalla superficie complessiva residenziale delle superfici relative agli ascensori, vani scala, pianerottoli. In sostanza dall’iniziale indice di edificabilità di 0,9, ovvero meno di un metro quadrato per ogni metro di terreno, si è passati all’1,3-1,4. Indice che ha favorito questo proliferare di trasformazioni di villette in palazzoni di 4-6 piani. Quando, invece, questi bonus, visto che siamo davanti a costruzioni nuove e non ad interventi di ristrutturazione, potrebbero essere disapplicati».
Il resto dell’intervista oggi in edicola sul Corriere Romagna