Rimini. L’appello della mamma: nessuno assume mio figlio 16enne. Il ristoratore: “Lo prendo io”

Rimini
  • 22 aprile 2024

«Pronto ad assumere un 16enne. Più facile formarlo». Parola del riminese Mauro Tosi Brandi, uno tra i pochi ristoratori romagnoli che non si lascia scoraggiare dalla circolare, emessa dall’Ispettorato del lavoro il 7 agosto 2023, per regolare il contratto di apprendistato in base alla formazione scolastica di partenza con una serie di rigide restrizioni. Pochi giorni fa, una madre, Cinzia Tamburini, aveva lanciato un appello spiegando che il figlio 16enne cercava un impiego ma nessuno lo prendeva. Il 62enne sarebbe però più che bendisposto ad accoglierlo nella compagine di “Verde mare”, il ristorante che, fondato dieci anni fa a Santarcangelo, conta oggi una quindicina di dipendenti e 400 coperti nella bella stagione tra esterno e spazi interni. «La manovalanza giovanile - esordisce l’imprenditore - riesce ad adeguarsi meglio alle disposizioni aziendali, mentre ereditare da altri un dipendente maturo che segue già una propria linea risulta molto più faticoso sia per lui che per il titolare in cerca di nuove leve». Quindi non gli crea alcun problema rispettare le disposizioni in materia per il personale non ancora maggiorenne: dall’orario che non può oltrepassare le 22 fino al riposo previsto di sabato e domenica. Ultimo dettaglio, tutt’altro che trascurabile, l’energia e l’entusiasmo dei più giovani spesso sono difficili da trovare in persone con qualche anno in più. «Mi rivedo nei ragazzi ansiosi di affacciarsi al mondo del lavoro - dice - ma anche nei genitori in attesa che i figli spicchino il volo».

Uno sguardo al futuro

Detto questo, i due anni di formazione necessari prima della maggiore età, gli suonano come il preludio alla formazione di una figura da inserire poi, con ogni probabilità, in pianta stabile in seno alla sua azienda. Quanto all’armonia, pretesa dalla circolare, tra percorso di studi svolto dal ragazzo e esperienze formative nell’apprendistato, Tosi Brandi ricorda che il 90% delle volte i ragazzi, in uscita dalle medie, sbagliano la scelta della scuola superiore, vuoi per seguire l’amico del cuore nello stesso istituto, vuoi in mancanza di idee chiare sul proprio futuro. Lui stesso, del resto, ha frequentato l’istituto tecnico commerciale “Marco Polo” di Rimini e intrapreso altre strade prima di trovare la sua vera vocazione, l’unica in grado di regalargli, come sottolinea, la serenità quotidiana. Una prospettiva che è pronto ad offrire a sua volta a chi busserà alla sua porta, con l’obiettivo di pareggiare i conti per quanto ricevuto e fare del bene. Un’intenzione non così diffusa, al momento, che lo fa spiccare come una mosca bianca nel mondo dell’imprenditoria che scuote ancora la testa, dopo lo scossone assestato dal giro di vite sull’apprendistato.

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