Rimini, l’allarme della Cbr: “Mancano i lavoratori, siamo costretti a farli arrivare dal Marocco”

«Siamo passati da una situazione di crisi in cui mancava il lavoro, all’impossibilità di coprire tutti gli appalti per carenza di lavoratori». Valerio Brighi, presidente del gruppo Cooperativa Braccianti Riminese (Cbr), un colosso dell’edilizia infrastrutturale da 327 dipendenti (262 solo la Cbr) e da 106 milioni di euro di fatturato 2022 (83 milioni solo Cbr), lancia l’allarme personale. E lo fa dopo gli Sos partiti da Camera di commercio, Cna e Cisl. «L’unica cosa che ci mette al riparo dalle forti criticità – sottolinea, però, Brighi - è che, nonostante le dimensioni, siamo comunque una grande famiglia. E il fatto di essere una cooperativa, incentrata sulla persona, crea dei legami che rendono rare le situazioni in cui soci o dipendenti scelgono di lasciare la Cbr per altri lavori. Anzi, nei pochi casi in cui è capitato, dopo un po’ di tempo, chi se ne era andato ci ha chiesto di poter essere riassunto in Cooperativa».
Brighi, Camera di commercio parla di 10 mila offerte di lavoro da parte di aziende riminesi, nel trimestre gennaio - marzo 2024, di cui il 52% prive di risposta per carenza di manodopera: un problema che colpisce anche Cbr?
«Certo che sì. Quello della mancanza di lavoratori è un problema che riguarda tutti i settori, compresi quelli che ricercano figure ad alta specializzazione. E i numeri che si leggono non sono certo di grande conforto. In particolare all’aspetto legato all’impossibilità di effettuare un ricambio generazionale attraverso nuova manodopera. Necessaria, peraltro, in un periodo in cui gli appalti da realizzare sono tanti. Il paradosso, infatti, è che si è passati da una situazione di crisi, in cui c’era manodopera ma mancavano gli appalti, alla situazione opposta, in cui non ci sono abbastanza risorse per far fronte alle opere da realizzare».
Avete individuato una soluzione?
«La manodopera specializzata è difficile da reperire. Oggi assumiamo anche persone senza esperienza: gli unici requisiti sono la conoscenza della lingua, l’onestà e la voglia di lavorare. Infatti, sono in arrivo 9 giovani lavoratori dal Marocco, tutti parenti di nostri dipendenti o soci che lavorano qui da almeno venti anni. Per il resto, formiamo i nostri dipendenti in base alle loro inclinazioni e alle loro capacità».
Manodopera forestiera, italiana o straniera, si trova poi ad impattare col problema casa tra abitazioni introvabili e affitti impossibili...
«Sì ed è un altro problema da non sottovalutare. Anche in questo caso cerchiamo di assistere i dipendenti che hanno necessità nella ricerca dell’alloggio, con soluzioni che prevedano la coabitazione tra lavoratori, al fine di ridurre l’impatto economico degli affitti, che altrimenti rischierebbero di incidere in maniera significativa sulla busta paga».
Ma i giovani riminesi non sono proprio disposti a lavorare nel campo edile?
«Per fortuna qualcuno ancora sì. Occupandoci di infrastrutture, siamo dotati di macchinari all’avanguardia che ancora riescono ad affascinare anche i più giovani. Purtroppo, però, è sempre più raro che i giovani siano disposti a svolgere lavori, come nel nostro settore, che prevedono la sveglia al mattino presto e il dover lavorare all’aperto, in ogni stagione».
C’è anche un problema di stipendi insoddisfacenti?
«Tutt’altro. Oltretutto, in Cbr, i meritevoli possono ambire a diventare soci nell’arco di alcuni anni di attività, il che comporta ulteriori vantaggi, anche di tipo economico. Purtroppo molto spesso chi si presenta all’ufficio personale, in particolare i giovani, non chiede neanche informazioni sullo stipendio, ma qual è l’orario di lavoro. Per poi optare per un impiego più comodo, da non svolgere all’aperto, e che non li costringa a trovarsi in azienda al mattino presto».
Quanto incide sulla vostra produzione questa carenza di personale?
«Gli attuali valori della produzione, che ammontano a 106 milioni come valore consolidato di gruppo (83 milioni la sola Cbr), rappresentano l’attuale capacità produttiva. Gli aumenti del valore di produzione sono realizzabili lavorando ad opere importanti ma, nel breve termine, non ci sarebbero scostamenti di grande rilievo. La situazione attuale di mercato, gli appalti già acquisiti da Cbr e quelli in cantiere, suggerirebbero di porre in atto strategie volte ad un incremento significativo del valore della produzione, ma allo stato attuale è impossibile a causa proprio della carenza di risorse umane».
Brighi, cosa si dovrebbe fare per avere personale specializzato nel campo edile e delle costruzioni?
«Come dicevo, è sempre più complicato reperire personale specializzato, per cui è spesso necessario formare le persone in azienda. In questo senso, sarebbe sicuramente utile puntare su scuole professionali, prevedendo stage presso le aziende, in modo che i ragazzi possano ricevere una formazione di base, e soprattutto comprendere il tipo di lavoro che più li gratifica».