Rimini. L’allarme degli artigiani: non troviamo le persone da assumere

Rimini
  • 04 maggio 2025

«La carenza di personale qualificato è una criticità consolidata anche nell’artigianato. E, adesso, comincia a scarseggiare anche la manodopera straniera, che fino a qualche anno fa ci permetteva di coprire i buchi d’organico». Davide Cupioli, presidente di Confartigianato Imprese Rimini, lancia l’allarme. E lo fa «nonostante l’occupazione provinciale, nel comparto artigianale, sia cresciuta del 6,3%, contro il +1,8% di Ravenna, e la quota di under 30, con il 20,6% di dipendenti, sia la più elevata della Romagna».

Cupioli, quali sono le figure professionali più difficili da trovare?

«I falegnami, gli elettricisti, i meccanici. Ma scarseggiano anche i muratori e gli idraulici».

Ci sono professioni che nessuno vuole fare più?

«Senza dubbio quella del fabbro. Diciamo che è ormai sparita».

Quali sono, invece, i mestieri che vanno per la maggiore?

«Nel settore del benessere e dell’estetica abbiamo un’abbondanza di figure professionali. Dall’estetista fino, addirittura, al barbiere: la manodopera è assicurata».

Per tornare alla carenza di personale, soprattutto giovane, come associazione di categoria siete riusciti ad individuarne le cause?

«Intanto i tempi sono cambiati ed è cambiato soprattutto l’aspetto socio-culturale. Se vent’anni fa a 14 anni si lavorava già e il lavoro era al centro di ogni interesse, adesso è tutto diverso. Il lavoro non è più centrale nella vita dei ragazzi, che, come prioritari, mettono tempo libero e hobby».

La scuola quanto ha inciso?

«Ha inciso molto, in particolare sull’aspetto legato alla formazione professionale. Perché non si è adeguata ai tempi e non ha aggiorna il suo modello d’istruzione. E’ vero che i giovani d’oggi sono più istruiti di quanto non lo fossero quelli del secolo scorso, ma è altrettanto vero che a livello manuale sono meno preparati. E questo per l’inadeguatezza degli istituti professionali, che non formano il giovane come invece dovrebbero. Col risultato che domanda e offerta di lavoro non riescono quasi più ad incontrarsi».

Come Confartigianato avete una proposta da fare?

«Più che proposta abbiamo un progetto che stiamo portando avanti con alcune scuole del territorio. Un progetto che prevede degli incontri formativi in aula alla presenza di lavoratori, nostri associati, che illustrano agli studenti cos’è l’essere artigiano, in cosa consiste la professione, insomma i segreti del mestiere. Incontri ai quali seguono full immersion pratiche che i ragazzi vengono a fare in azienda a tu per tu con le macchine, gli utensili, insomma col vero lavoro dell’artigiano».

Cupioli, parliamo di stipendio: quanto prende un apprendista neo assunto?

«Siamo sui 900-1000 euro netti al mese. Che però negli anni e con la preparazione acquisita può aumentare sensibilmente. Quando hai un dipendente bravo e capace, per non fartelo scappare e tenertelo in azienda devi per forza aumentargli lo stipendio».

Lei ha parlato di carenza di manodopera straniera: cosa sta succedendo?

«Sta succedendo che le leggi attualmente in vigore, ad esempio il decreto flussi col farraginoso e iper burocratizzato click day, sono inefficaci. E, invece, di facilitare le piccole imprese ad assumere le scoraggiano».

Presidente, la Regione sta studiando un progetto per formare lavoratori in Marocco da far impiegare in quelle aziende emiliano-romagnole sotto organico, cosa ne pensa?

«Ben vangano questi progetti. E aggiungo: perché non allargarli anche ad altri paesi extra europei?».

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