Rimini, “Io Valgo”: la marcia nel nome di Don Oreste Benzi

Non slogan e neanche passerelle. A Rimini, con “Io Valgo”, la disabilità è diventata voce collettiva, cammino e festa. Questa mattina (venerdì 5 settembre) centinaia di persone hanno trasformato il lungomare in una lunga scia di passi e sorrisi, dando il via a “Le Giornate di don Oreste”, l’evento che celebra il centenario della nascita di don Oreste Benzi. Un momento che non ha parlato di fragilità da assistere, ma di vite da riconoscere e soprattutto di dignità da affermare, che non ha ridotto la disabilità a fragilità da proteggere ma l’ha mostrata come parte viva della comunità.
“Io Valgo” è stato rappresentato camminando: perché il cammino racconta un percorso, fatto di scelte e di servizio. Don Oreste ripeteva spesso che per imparare a camminare e a stare in piedi bisogna prima saper stare in ginocchio, cioè mettersi al servizio di Dio e degli ultimi. Con questa marcia, infatti, si è voluto affermare un diritto e lo si è fatto camminando insieme, imparando ad aspettare chi procede più piano e senza lasciare indietro nessuno.
Il corteo è partito da piazzale Kennedy e ha fatto tappa a piazzale Fellini, dove alcuni ragazzi con disabilità hanno portato la loro testimonianza. L’arrivo è stato alla spiaggia “Libera Tutti”, il primo lido accessibile e gratuito di Rimini, in cui chiunque può vivere il mare senza barriere grazie a pedane, carrozzine da spiaggia e servizi pensati per tutte le persone con disabilità. Un luogo simbolico che ha dato ancora più forza al messaggio della giornata: “Io valgo”, ogni persona ha un posto pieno nella società.
L’iniziativa – promossa dal Comitato nazionale per il Centenario, dalla Fondazione Don Oreste Benzi, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dal Comune e dalla Diocesi di Rimini e dalla Cooperativa sociale La Fraternità – ha inaugurato le celebrazioni che fino a domenica 7 settembre renderanno Rimini la capitale della memoria viva di don Benzi. Al centro la scelta di dare spazio e visibilità a chi troppo spesso resta ai margini: le persone con disabilità, a cui lui per primo volle restituire dignità battendosi, fin dagli anni ’70, per aprire nuove strade di inclusione e riconoscendo in ciascuno un valore unico e irrinunciabile. Non un semplice cartellone di celebrazioni dunque, ma un progetto per rimettere al centro il messaggio radicale di don Benzi: nessuno è inutile, nessuno deve essere lasciato indietro.
La marcia ha mostrato che il messaggio di don Benzi è ancora attuale, perché non è sufficiente garantire solo servizi di assistenza o abbattere barriere architettoniche per le persone con disabilità: il vero passo avanti è costruire comunità, riconoscere che la fragilità è parte della vita di ogni comunità e che da lì nasce valore. In un tempo che rischia di isolare e dividere, oggi in Romagna la disabilità ha preso la parola trasformandosi da invisibilità a protagonismo attraverso il grido di “Io Valgo”, che resterà il simbolo di questo inizio: un invito a cambiare sguardo e a scoprire che la vera forza di un Paese si misura da come sa custodire e celebrare chi porta con sé le fragilità più evidenti. Perché — lo hanno gridato i passi lungo il mare — ogni vita è degna e ogni persona è valore.