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Si è concluso con un violento schianto contro un palo, e con un arresto, un inseguimento ad altissima velocità durato oltre 45 minuti che ha tenuto con il fiato sospeso i carabinieri tra la provincia di Rimini e Cesena.
Protagonista della folle corsa un 30enne di origini marocchine, residente a Cesena, finito agli arresti domiciliari. Tutto ha avuto inizio all’alba di domenica mattina, sulle strade di Rimini. Una pattuglia dei carabinieri aveva intimato l’alt a un’automobile, ma il conducente ha ignorato l’ordine, dando il via a una concitata e pericolosissima fuga che è andata avanti lungo le strade per ben 65 chilometri.
L’uomo, un 30enne classe 1995, ha premuto sull’acceleratore, ingaggiando un inseguimento che si è protratto per decine di chilometri, con una guida spericolata e a velocità folle. La corsa, durata circa tre quarti d’ora, si è conclusa soltanto a Pievesestina sul territorio di Cesena quando l’auto in fuga ha perso il controllo, schiantandosi contro un palo. Impossibilitato a uscire dall’abitacolo a causa dell’urto, a quel punto il 30enne è stato raggiunto dai carabinieri. Ma anche in quel frangente, l’uomo ha reagito in maniera violenta e disperata: non si è infatti arreso neppure dopo lo schianto, ma ha tentato di rimettere in moto l’auto, cercando di investire i militari che erano intervenuti per bloccarlo. Solo la prontezza degli operanti ha scongiurato il peggio.
Il 30enne, in Italia da un anno e mezzo e residente a Cesena (vive con tre colleghi di lavoro), durante l’interrogatorio di garanzia di ieri mattina in Tribunale a Forlì (difeso dall’avvocato Riccardo Ragazzini), ha ammesso le proprie responsabilità: «Ero ubriaco, avevo paura di essere arrestato e di conseguenza temevo di perdere il lavoro. Per questo sono scappato, ho sbagliato»