Rimini. In una struttura ricettiva ben 7 lavoratori in nero sugli 8 totali. Nel mirino della Finanza anche scontrini e merce contraffatta

Con l’arrivo della stagione estiva e il conseguente boom di turisti lungo la riviera romagnola, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini ha messo in campo un’operazione capillare per garantire legalità e trasparenza nel tessuto economico locale.
Il focus principale dell’attività si è concentrato sulla verifica della corretta emissione degli scontrini fiscali, un aspetto cruciale per contrastare l’evasione fiscale. Le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio oltre 450 attività commerciali, scoprendo un tasso di irregolarità allarmante: circa 150 violazioni, pari a oltre il 33% dei controlli effettuati. A finire nel mirino sono stati soprattutto ristoranti, bar e strutture ricettive.
Altrettanto preoccupante è la situazione emersa sul fronte del lavoro. I controlli hanno fatto emergere un vero e proprio sommerso che coinvolge decine di persone: 53 lavoratori irregolari, di cui ben 35 completamente in nero, senza alcuna forma di tutela o garanzia. Diciassette datori di lavoro sono finiti nei verbali per sfruttamento della manodopera, e in quattro casi si trattava di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno. Il caso più eclatante ha riguardato una struttura ricettiva riminese dove su otto dipendenti, ben sette lavoravano senza alcun contratto, una situazione che ha dell’incredibile in piena stagione turistica.
Ma l’attività della Guardia di Finanza non si è fermata qui. I controlli si sono estesi anche alla sicurezza dei prodotti in vendita, con particolare attenzione agli articoli destinati ai più piccoli. Sono finiti sotto sequestro oltre 220mila articoli non conformi agli standard di sicurezza, tra cui giocattoli e oggetti da spiaggia per bambini privi delle necessarie certificazioni.
Sul fronte della contraffazione, i numeri sono ancora più impressionanti: oltre 400mila articoli falsi sono stati tolti dal mercato, spaziando dall’abbigliamento agli accessori fino ai giocattoli che riproducevano illegalmente marchi di brand internazionali. Particolarmente significativo il sequestro di circa 20mila pupazzi delle serie “Sonny Angel” e “Pop Mart”, diventati un fenomeno di massa tra i giovani e proprio per questo target privilegiato dei falsari.