Rimini, in lacrime e senza scarpe: 13enne segregato in albergo fugge dalla furia del padre

Era magro, senza scarpe, le gote arrossate dagli schiaffi, il collo segnato e la canottiera strappata. Piangeva e correva scalzo senza meta fino a quando, arrivato alla stazione ferroviaria di Rimini, di lui non si sono accorti i militari del 7° Reggimento Vega, nel corso dell’operazione “Strade sicure”. Era passata la mezzanotte del 20 settembre, quando per il bimbo di 13 anni era iniziata la fine del calvario. Il ragazzino, di origine tunisina, quella sera era scappato dall’ennesima sfuriata del padre, in Italia senza permesso né fissa dimora. L’uomo, secondo quanto aveva raccontato il ragazzino ai carabinieri del Nor, sezione Radiomobile della Compagnia di Rimini, lo picchiava sempre, lo teneva chiuso in una stanza di hotel senza mandarlo a scuola o lasciarlo parlare con la mamma rimasta nel Paese di origine. Erano così scattate le indagini e i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci, avevano scoperto che quella sera l’adolescente era riuscito a fuggire dalla furia del genitore grazie all’intervento del gestore dell’albergo dove alloggiava.