Rimini. Impennata della cassa integrazione complessiva, Cgil: “Dal 2023 più 47%”

Rimini
  • 11 agosto 2025

Calano le ore di cassa integrazione straordinaria, ma aumentano quelle della cassa integrazione ordinaria. Un combinato disposto che potrebbe diventare esplosivo per l’economia del territorio». Francesca Lilla Parco, segretaria generale Cgil Rimini, esprime forti preoccupazioni per lo scenario occupazionale della Riviera. E lo fa sulla base di quanto accaduto tra fine 2024 e primi mesi 2025, «quando in tutta la provincia ci sono stati centinaia di licenziamenti». «Il primo semestre 2025 – sottolinea Lilla Parco – si è chiuso con 3 milioni e 155 mila ore di cassa integrazione complessiva contro i 3 milioni e 734 mila del primo semestre 2024. Bene, direbbe qualcuno: abbiamo avuto un calo di 600 mila ore, il -15% in un anno, segno evidente di una ripresa. E, invece, no. Non è così, purtroppo. Anzi la situazione è peggiorata. Perché quelle 600 mila ore di cassa integrazione in meno sono per la stragrande maggioranza il risultato di vertenze terminate con la fuoriuscita dal mercato del lavoro di centinaia di operai. Qualcosa come 300 lavoratori riminesi che nei primi mesi del 2025 sono stati licenziati. Meno cassa integrazione certo, ma più disoccupati. A dimostrazione della gravità della situazione».

Un’analisi lucida quella della sindacalista, che apre a scenari foschi, «a breve termine, addirittura entro fine 2025, primi mesi del 2026». E il perché è presto spiegato. «Per comprendere l’andamento economico di un territorio – spiega Lilla Parco - bisogna osservare due elementi: la cassa integrazione straordinaria, che viene aperta in caso di chiusura di uno stabilimento o di una ristrutturazione aziendale, e la cassa ordinaria, alla quale si fa ricorso in caso di cali di commesse o di produzione. Ebbene, a Rimini questi due ammortizzatori sociali sono entrati in collisione, perché ad una cassa straordinaria in calo a causa di una raffica di licenziamenti: 1 milione e 300 mila ore nel primo semestre 2025 contro 2 milioni e 100 mila ore nello stesso periodo del 2024, è corrisposto un aumento di ore di cassa ordinaria dettato dalla mancanza di lavoro: 1 milione e 700 mila ore da gennaio a giugno 2025 contro 1 milione e 500 mila ore del primo semestre dello scorso anno. Insomma – avverte la sindacalista - un vero e proprio cortocircuito economico». Che inquieta molto la Cgil. «Certo che sì – conferma la segretaria -, perché se compariamo il primo semestre 2025 con quello del 2023, quando la crisi ancora non si sentiva e venivamo da anni di pil in crescita (+6,7% nel 2021, +3,9% nel 2022, ndr), mentre ora siamo al più zero virgola, vediamo che l’aumento del numero di ore di cassa integrazione complessiva è spaventoso: +47%».

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