«Curva dell’influenza in crescita, il picco si registrerà tra una o due settimane». Lo segnala Giulia Grossi, medico di medicina generale a Rimini che da tre anni rientra tra i dottori-sentinella del sistema di sorveglianza RespiVirNet, lanciato dall’istituto superiore di Sanità, per analizzare i casi di sindromi respiratorie acute. Il rischio di trascorrere le vacanze natalizie a letto è tangibile, dunque, e proprio mentre aumentano le riunioni di famiglia e i viaggi all’estero.
Dottoressa Grossi, qual è il trend in corso?
«Stiamo raggiungendo l’impennata dei casi. Lo si evince dall’incremento degli accessi negli ambulatori dell’Emilia-Romagna che rispecchiano bene anche la situazione nel Riminese. Numeri, quelli in salita, che prevedono un’ulteriore pressione sugli ospedali sino all’inizio del nuovo anno».
È possibile fare un confronto con lo stesso periodo del 2024?
«Non è semplice perché l’Istituto di Sanità quest’anno ha puntato i fari su tutte le malattie respiratorie acute, mentre negli anni precedenti valutava anche le sindromi simil-influenzali. È tuttavia evidente che la circolazione dell’influenza cresca in modo esponenziale di settimana in settimana e che abbiamo oltrepassate le 15,4 infezioni ogni mille assistiti. In aumento anche la durata dei sintomi che può superare i sette giorni».
Cosa si intende per variante “K”?
«È una sottoclave del virus A/H3N2 e tende a rendere i sintomi influenzali più evidenti. Non si tratta di un patogeno nuovo ma dell’evoluzione di un ceppo già conosciuto che, per motivi al vaglio degli studiosi, tenderebbe a aggirare l’immunità acquisita in precedenza».
Perché i bambini sotto i 5 anni risultano più esposti al contagio, con sintomi come diarrea e nausea?
«I più piccoli non hanno ancora raggiunto una memoria immunitaria e frequentano luoghi affollati come parchi e scuole trainando così i contagi familiari».
Una curiosità?
«Non ci aspettavamo questo gran numero di adolescenti malati, che ha decimato intere scuole. Visto che hanno un sistema immunitario integro, i ragazzi dovrebbero reagire in modo diverso. Con ogni probabilità, oggi più che mai, andrebbe potenziata l’educazione sulle norme igieniche da adottare quando si sta male. Norme che, peraltro, dovremmo aver già interiorizzato durante la pandemia».
Consigli per tenere i malanni di stagione a debita distanza?
«In primis vaccinarsi anche per tutelare i più fragili della comunità, purché non si rilevino sintomi acuti in atto, ma anche seguire le norme igieniche di base, dal lavarsi frequentemente le mani a indossare la mascherina sui mezzi pubblici. L’invito alla prevenzione resta dunque cruciale. Più in generale il nostro equilibrio dipende, 365 giorni all’anno, da una serie di dinamiche intrecciate fra loro come, ad esempio, uno stile di vita sano all’insegna di una dieta bilanciata, una buona routine del sonno e della pratica sportiva».