Rimini. Il Ramadan a scuola per gli studenti musulmani: «Aule per pregare, niente sport e musica»

Rimini

Spazi per pregare ed esonero da sport, musica e canto. Nel Riminese una percentuale elevata di allievi seguono la religione di Maometto ma non esiste una gestione univoca del mese di Ramadan, per cui ogni istituto si organizza in modo autonomo. Di solito la laicità delle scuole sposa il buon senso andando incontro a famiglie e ragazzi. Il mese di Ramadan, che segue il ciclo della luna, quest’anno è iniziato l’11 marzo e dovrebbe terminare il 10 aprile, sempre in base all’avvistamento lunare. I musulmani, dai 12 anni in su, purché sani, digiunano durante l’intero periodo, dall’alba al tramonto. Una tradizione che include non solo l’astenersi dal bere e dal mangiare ma anche dagli atti immorali e dalla collera.

Soluzioni pratiche

Massima la disponibilità dimostrata dell’Istituto Einaudi-Molari sede di Viserba, dove si ha sempre un occhio di riguardo verso gli alunni alle prove con un periodo di fragilità. Viene dunque garantito, se richiesto, uno spazio dove pregare ma anche concessa la panchina nei tornei sportivi in agenda, in caso di stanchezza o sete. Medesima sensibilità è dimostrata dai docenti dell’Istituto alberghiero Malatesta che ha una sede a Rimini e l’altra a Bellaria. «Quando lo chiedono – premette la vicepreside, Barbara Morri – i ragazzi sono autorizzati a sospendere l’attività che stanno svolgendo per recarsi in un altro luogo, ad esempio la loro aula (se il resto della classe è in laboratorio) o comunque uno spazio disponibile e sorvegliato dove pregare». Nessuna domanda, però, è giunta per eventuali esoneri da scienze motorie mentre è capitato che una ragazza abbia interrotto il lavoro durante il laboratorio di sala. Al netto dei numeri, tutelati in ogni scuola anche dalla riservatezza, gli studenti musulmani del Malatesta risultano un gruppo molto bene integrato in un clima sereno.

Ascolto e collaborazioni

Quanto al liceo scientifico Einstein, come spiegano dalla vicepresidenza, «non ha ricevuto richieste particolari dagli allievi di fede islamica, che peraltro costituiscono una bassa percentuale degli iscritti».

Numeri diversi sono messi in campo dall’Istituto comprensivo del centro storico di Rimini che ingloba una scuola dell’infanzia, quattro primarie e una scuola media. Un quadro eterogeneo per origine e religione che finora non ha mai visto invocare spazi separati per la preghiera né, almeno per quest’anno, l’esclusione dalla mensa per osservare il digiuno. Spiega la dirigente Chiara Giovannini: «Astenersi da cibo e bevande non è obbligatorio nella prima infanzia, tuttavia nel 2023 i genitori di una piccola fetta degli alunni, meno di una decina, hanno chiesto una stanza dove far leggere e giocare i figli mentre i compagni pranzavano. In ogni modo - prosegue ancora la dirigente - l’accoglienza parte sin dall’iscrizione con l’esonero dall’ora di religione e la garanzia di un regime alimentare particolare».

Il benessere dei piccoli

Consentita, sempre all’Istituto comprensivo del centro storico di Rimini, l’esclusione dalle lezioni di musica o di canto durante il Ramadan, visto che la collaborazione con i genitori tende sempre a assicurare il benessere dei piccoli nel rispetto della cultura di appartenenza. Quanto alle medie, la fede è spesso vissuta con maggior riservatezza e, come fa notare Giovannini, è ancora più difficile monitorare chi salta la merenda per il nono mese del calendario o per altre cause, fermo restando che il plesso Ferrari è quello che annovera più bimbi islamici.

A Bellaria Igea Marina, viene proposta la possibilità di riprendere i figli da scuola per l’intervallo del pranzo o di inserirli in altre classi per svolgere attività alternative. Al momento, invece, nessun istituto prospetta una possibile chiusura per l’ultimo giorno dei Ramadan.

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