Rimini. Il processo. Cuoco accusa l’amico: “Aveva già tentato di avvelenarmi con il metadone, alla fine ce l’ha fatta”

Rimini

«Aveva già tentato di avvelenarmi col metadone. Poi quella sera del 2 maggio c’è riuscito». Lo ha detto al giudice nella deposizione giurata, il giovane cuoco di 32 anni finito quasi per un mese in coma per aver bevuto un bicchiere di metadone offerto da un amico al posto della sambuca. Ieri mattina, assistito dal legale Stefano Caroli, il 32enne ha raccontato come la sera del 2 maggio del 2020 fosse andato dal vicino di casa per aiutarlo con alcuni lavori e che questo gli aveva offerto un bicchiere da una bottiglia di Sambuca. Dopodiché si era risvegliato dopo quasi due settimane di coma. A processo per quei fatti, in cui si è costituito parte civile il cuoco 32enne di Riccione, c’è finito un 46enne pizzaiolo, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù. L’indagine che era stata inizialmente archiviata, era arrivata due anni fa davanti al giudice per le indagini preliminari che aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura e disposto l’imputazione coatta per tentato omicidio o lesioni personali gravi del pizzaiolo.

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