Rimini, il parco eolico sotto esame ambientale

Rimini

Il Parco eolico finisce sotto esame ambientale. La Regione ha sollevato con forza il tema dell’impatto delle torri sul mare Adriatico e di conseguenza sul turismo, con le parole dell’assessore al turismo Andrea Corsini. Sulla stessa linea si posiziona anche il sindaco Andrea Gnassi che prima di esprimersi a favore oppure no, ha chiesto agli uffici tecnici di Palazzo Garampi una relazione tecnica approfondita sull’impatto e il colpo d’occhio dalla spiaggia.

Qua Rimini


Prima di prendere una posizione ufficiale, il sindaco Andrea Gnassi ha chiesto agli uffici tecnici di presentargli una relazione approfondita sull’impatto visivo del Parco eolico. Uno studio, ovviamente, che prenderà in considerazione la distanza delle pale dalla riva, l’altezza, la collocazione. Il primo cittadino quindi non si iscrive a priori al partito del sì o del no, prima vuole capire le ripercussioni del Parco eolico.

Il progetto


Come scritto nel piano presentato alla Capitaneria di porto, il Parco eolico si compone di 59 aerogeneratori nell’Adriatico tra Bellaria e Cattolica, due piattaforme marine in acciaio di forma circolare con un diametro di 40 metri. Ci sono anche due condotte elettriche sottomarine lunghe 8 chilometri ciascuna che in uscita dalle rispettive stazioni si riuniscono in un’unica condotta che raggiunge la battigia, attraversa l’arenile per circa 160 metri fino a un pozzetto in cui avviene la giunzione tra la condotta marina e quella terrestre. Il punto di approdo è previsto a Bellariva e l’attraversamento dell’arenile è ipotizzato tra i bagni 98 e 99.
Fra i punti a favore del Parco eolico la società realizzatrice, Energia Wind 2020, mette bene in evidenza la ricaduta sul territorio di un investimento nell’ordine di 1 miliardo di euro. Quindi? «Può diventare l’occasione fondamentale per l’uscita dalla crisi del comparto che comprende circa mille aziende, più di 10mila dipendenti, un indotto di circa 10mila lavoratori».
Inoltre. «La creazione di circa 150 posti di lavoro permanenti per la gestione e manutenzione degli impianti. Di circa altri 50 per attività di ricerca e tutela ambientale».
Infine. «Il parco eolico può fungere da elemento catalizzatore di interessi molteplici legati ad attività particolarmente interessanti quali la piccola pesca e la pesca sportiva, il diving, il turismo didattico».

Da Riccione: una follia


Ieri sulla sua pagina Facebook, il consigliere comunale Paolo Tonti (lista civica per Renata Tosi) ha ricordato i numeri che portano alla bocciatura del Parco eolico tra Bellaria e Cattolica. «La prima pala è a 5,4 miglia marine, cioè a 8,6 chilometri. A seguire tutte le altre - scrive -. I tre archi di pale sono con posizionamento sfalsato. Quindi si vedono dalla prima all’ultima. L’altezza di ogni struttura e complessivamente di 206 metri. Più due piattaforme di 45 metri. I cavi raggiungeranno la centrale di smistamento a Rimini, in San Martino in venti».
Tutte informazioni contenute nella relazione inviata alla Capitaneria di porto. «Per rendere l’idea - continua il consigliere Tonti - dal centro di Riccione volgendo lo sguardo a sud si nota Gabicce Monte che è a più di di 10 chilometri a una altezza di 135 metri. Guardando a nord si nota chiaramente la ruota panoramica (a Rimini) a circa 10 chilometri ed è alta solo 55».
Morale? «Come si può affermare che saranno visibili solo in lontananza e che non saranno impattanti alla vista. In ultimo c’è il pericolo, e noi a Riccione sappiamo cosa vuol dire, che i pali creino, per effetto delle correnti, un reflusso che potrebbe ripercuotersi a riva sul deposito della sabbia e mangiare piano piano la spiaggia. Possiamo correre questo pericolo là dove non ci sarà nessun ricaduta economia sulla bolletta energetica? Continueremo a pagare l’energia sempre uguale, ma con il rischio di perdere economia sul turismo locale e dare modo ad altre località di acquistarne, sia su lidi in Veneto che su lidi verso sud dove l’orizzonte si rivela pulito da ogni mega struttura artificiale. Possiamo correre questo rischio? Io dico che è una follia».

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