Erba alta, zero illuminazione e perenne senso di degrado. «Vivere ai Padulli è un incubo ad occhi aperti: che il Comune batta un colpo». A segnalare un malcontento ormai radicato è il comitato della zona Padulli che ogni giorno raccoglie le voci dei residenti venendo così a conoscenza di sacrifici enormi, «come i risparmi di una vita spesi per una villetta che anziché coronamento di un sogno, si è rivelata un percorso a ostacoli. Molti – fanno presente dal gruppo - hanno dovuto completare i lavori a proprie spese, altri invece hanno perso tutto» in uno scenario che definiscono desolante «tra abitazioni in legno lasciate a metà, villette mai finite, macerie e rifiuti intorno, cartelli stradali piegati e una casa bruciata che da anni è simbolo di degrado». Oltre al danno rilevano la beffa: un quartiere «che doveva brillare come un’oasi di tranquillità, nel verde, si è trasformato in incubo quotidiano. Il sogno di tante famiglie è rimasto sospeso, tra cantieri abbandonati, promesse non mantenute e un paesaggio più volte descritto come “una zona bombardata dopo un attacco aereo”». E ancora: «Per entrare e uscire da casa, spesso servono gli stivali da pioggia. Le strade di accesso private non sono urbanizzate: niente asfalto, né illuminazione e neppure sicurezza. Fango, buche, sterrato e un senso costante di abbandono. A sera – dichiarano - si rientra con la torcia in mano e la paura di imbattersi in pericoli reali».
Non se la passano meglio i bambini «che giocano tra macerie, pozzanghere e i resti dei cantieri: un’immagine che stride con le promesse di “vivibilità e decoro” fatte sulla carta mentre bici e auto arrancano come in un rally tra dossi e fossi e la gente esasperata dubita del lieto fine». Ma non è tutto. La parte del quartiere, che rimane sul retro della zona di San Marino e dovrebbe rappresentare l’area “nuova” mostra, secondo il comitato, «criticità evidenti come marciapiedi occupati dai pali, costringendo chi è in carrozzina o spinge un passeggino a scendere in strada, mettendo a rischio la propria incolumità». Stando al j’accuse del comitato, «è proprio la notte a restituire l’immagine più crudele: un’area buia e deserta» e neanche l’estate porta sollievo «con l’erba cresce altissima e secca palesando un potenziale innesco di incendi». A questo, rimarcano, si aggiunge il degrado ambientale: «erba incolta, ratti, bisce, insetti di ogni tipo che proliferano durante i mesi caldi inasprendo ancora la vita quotidiana e alimentando il disagio». Da qui la richiesta al Comune «affinché impedisca che questo quartiere diventi il manifesto dell’abbandono urbano. Il sogno della casa – terminano - non può trasformarsi in condanna».