Rimini, il Bagno 26 devastato dall’acqua: “Le dune vanno fatte in settembre”

«Abbiamo il Bagno 26 da 38 anni, ma una cosa come quella di ieri non si era mai vista: nelle cucine e nel bar sono entrati 90 centimetri di acqua, che ha spostato anche i frigoriferi. Stiamo ancora contando i danni, ma noi siamo gente di Romagna, siamo abituati a rimboccarci le maniche per accogliere al meglio i nostri ospiti e siamo già al lavoro in una trentina per cercare di riuscire ad aprire domani o al massimo dopodomani. C’è anche il TTG...». Sì, perché la mareggiata dell’altra mattina ha colpito anche chi la parola destagionalizzazione la traduce da tempo in fatti, come i cugini Fabrizio e Gabriele Pagliarani e il socio Alberto Bianchi.

Ed è proprio Gabriele, il “Bagnino d’Italia”, a commentare il disastro, ma senza perdere l’innato spirito. «Purtroppo la nostra è una zona di ‘bassa’ e bene o male ci andiamo di mezzo ogni fine estate. Quest’anno avevamo anche provato ad alzare la spiaggia di 25-30 centimetri all’altezza del bar-ristorante, ma non c’è stato niente da fare: sono andati distrutti alcune celle e frigoriferi e con il fatto che è saltata la corrente abbiamo dovuto buttare via anche del cibo», racconta con il badile in mano sul bagnasciuga, circondato dai suoi collaboratori e dipendenti al lavoro: «Siamo una trentina e siamo qui da questa mattina presto (ieri, ndr), stiamo raccogliendo i cocci e sistemando tutto. Per fortuna il mare ha iniziato a ricevere l’acqua subito e si è evitato il peggio. Lavoriamo con il groppo in gola per quello che è successo, ma ci teniamo su cantando e con il solito clima. Sappiamo che ci sono cose peggiori in questo momento nel mondo e, vivendo davanti al mare siamo consapevoli che con i cambiamenti climatici può capitare, ma siamo una categoria che qui in Romagna e in tutta Italia reagisce alle difficoltà e si rimbocca le maniche per far stare bene i nostri ospiti. In diversi si sono presentati per aiutarci e qualcuno si è anche messo sul lettino a prendere il sole e ha fatto il bagno».

Pagliarani lo dice orgoglioso, prima di chiosare con una richiesta proprio in ottica destagionalizzazione: «Noi staremo aperti come sempre fino al 2 novembre e stiamo sistemando tutto per tornare a disposizione subito, ma voglio lanciare una proposta, senza alcun intento polemico: in 38 anni abbiamo visto che ogni fine settembre arriva una mareggiata e visto che gran parte di noi il 15-20 chiude perché non iniziamo a fare le dune un po’ prima? E’ inutile chiudere le stalle dopo che sono scappati i buoi o lasciare la porta aperta al mare... Bisogna ragionarci con la Regione. Nel 2024 la mareggiata è stata il 17 settembre, vogliamo iniziare il 15 con le dune? Ne abbiamo di spiaggia a monte delle stesse per chi come noi vuole continuare a lavorare ancora in tutta sicurezza!»

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