Rimini. Il bagnino d’Italia svela il suo maxi presepe con i lettini da spiaggia

Rimini

In quello napoletano ci finiscono a turno politici, calciatori di grido, attori conosciuti nell’intero Belpaese accanto a Gesù Bambino, Maria, Giuseppe e i Re Magi, lui che è il “Bagnino d’Italia” ha pensato bene di metterci una brandina da spiaggia e di trasformarla in una montagna animata da alcune delle centinaia di statuine disseminate in ben trenta metri quadri di presepe che ama definire “rurale”. Lui è Gabriele Pagliarani (anche se oramai sarebbe sufficiente Bagnino d’Italia perché tutti capiscano di chi si parla) e il suo rapporto con la natività è quasi viscerale: ha iniziato come tanti a realizzarlo in casa da bambino, poi a cavallo del Terzo Millennio è stato il primo a portarlo con i suoi soci del Bagno 26 in riva all’Adriatico con le maestose realizzazioni in sabbia e da oltre 20 anni ne realizza tutto da solo uno grande come l’intero giardino di Santa Giustina che ogni Natale richiama decine e decine di curiosi e appassionati in via Emilia Vecchia 8. Un presepe homemade o, per dirla alla moda, a km zero che si rinnova continuamente con elementi e soluzioni inedite. «Mi ha chiamato anche il sindaco Jamil Sadegholvaad per venirlo a vederlo e farsi una foto e mi ha detto di farlo promuovere fra le attrazioni di fine anno. Sono contento, anche perché così si animano un po’ anche le periferie».

Pagliarani, da dove nasce questo legame con il presepe?

«Vengo da una famiglia molto religiosa e cattolica, da bambino come si fa nelle campagne andavo a raccogliere il muschio e quello che serviva in giro nei boschi per farlo nel salone di casa insieme ai miei cari e ho sempre mantenuto viva la tradizione. Anche con quello in sabbia in spiaggia, che insieme a mio cugino Fabrizio e ad Alberto Bianchi. abbiamo portato per primi a Rimini e riproposto per undici anni arrivando a contare anche 200.000 presenze in un Natale. Poi dal 2007 portando avanti quello in giardino che avevo già iniziato a fare da qualche tempo».

Quanto è grande e quanto tempo ci mette per completarlo?

«E’ 30 metri quadri e va dall’altezza di tre metri della cascata ai 70 centimetri del piano su cui sono disseminate ben 250 statuine fra i 10 e i 40 centimetri, otto tipi di ghiaia e quattro tipi di pietra che vado a raccogliere ogni anno nel fiume Marecchia, mentre il muschio lo trovo in un posto segreto della Valmarecchia. Oltre alla cascata con acqua corrente, c’è anche un laghetto con pesci veri. Per questo lo chiamo rurale, perché lo faccio con le cose che si trovano sul territorio come una volta. Per realizzarlo ci vogliono tre settimane lavorandoci nove ore al giorno. L’unico aiuto me lo dà mio fratello con le luci, visto che lavorava all’Enel ed è più pratico di me».

Il risultato la ripaga di tanta fatica?

«Nessuna fatica, farlo mi rilassa dopo 10 mesi di tensioni in spiaggia visto che anche quest’anno siamo stati aperti dal 10 marzo a novembre inoltrato. E poi oramai me lo chiedono tutti, non solo i miei vicini, ma tantissimi amici, clienti, appassionati: per questo lo lascio sempre aperto perché si possa venire a visitarlo anche quando non ci sono, giorno e sera. Invito tutti a passare a farsi una foto e a scambiarci gli auguri».

Ogni anno lo trasforma, cambia la collocazione e qualche spazio.

«Sì, a parte la cascata e il laghetto, ci sono la capanna, la stanza dei Magi, il mercato, i pastori, l’area dei cammelli che cambiano talvolta collocazione e sistemazione. Quest’anno ci ho aggiunto anche un elemento identitario della mia vita, una brandina da spiaggia: l’ho presa e l’ho trasformata in una montagna coprendola di juta, sabbia e muschio».

Ma dove tiene tutta questo materiale?

«In casa ho creato uno spazio dedicato solo per statuine e cose varie. Per smontarlo tutto ci vuole una settimana e ogni anno quasi mi dispiace portarlo via, tanto è l’affetto che scatena nelle tantissime persone che vengono a vederlo».

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