Rimini. I turisti: “Quel locale vende gadget nazi-fascisti”. Il Comune: “Interverremo ma serve una legge specifica che li vieti”

«In un negozio a Marebello vengono esposte e vendute tazze e gadget con effigi naziste e ritratti di Adolf Hitler, in vetrina visibile a chi passa». A segnalarlo sono dei turisti che spiegano di avere «segnalato il fatto alla Polizia locale per due volte, nelle giornate del 16 e 17 agosto. In una occasione mi è stato riferito che sarebbe intervenuta una pattuglia, ma in serata», spiegano ancora i vacanzieri, «gli articoli erano ancora esposti».
Ecco perché i turisti hanno aggiunto: «La condotta potrebbe avere rilievo ai sensi della legge numero 645/1952, cosiddetta legge “Scelba” sull’apologia del fascismo e della legge numero 205/1993, cosiddetta legge Mancino contro la propaganda e la discriminazione razziale, ferma restando la valutazione dell’Autorità giudiziaria».
E in effetti la segnalazione è arrivata all’amministrazione comunale ed è stata registrata dalla polizia locale che provvederà proprio in questi giorni a fare i necessari controlli, nell’ambito di una intensificazione di attività di verifica sullo stesso argomento messa in atto quest’estate.
Non è la prima volta che vengono fatte queste segnalazioni e già in passato il tema era stato sollevato più volte accedendo la polemica. Lo stesso Comune è intervenuto più volte sul tema e l’assessore Comunale alla Polizia locale e alle Attività economiche, Juri Magrini, ha fatto sapere che « gli agenti sono già stati ultimamente in alcune attività, chiedendo ai titolari conto di un commercio che offende le persone e offende una città che è medaglia d’oro al valor civile». Ecco quindi che da Palazzo Garampi confermano che «i controlli proseguiranno tenendo conto in ogni caso delle oggettive difficoltà che la legge attuale pone al contrasto di questo vergognoso commercio».
La richiesta
Il problema però è che c’è «l’assenza di una legge specifica». Tanto che il Comune aveva Noi come Comune di Rimini, nel 2015, aveva pubblicamente sollecitato il Parlamento italiano a punire questo fenomeno con una legge chiara e inaggirabile. La proposta riminese era stata anche fatta proprio da alcuni parlamentari ma l’iter di questa proposta di legge, primo firmatario l’onorevole Fiano, si è bloccato nel 2018. Palazzo Garampi ha chiesto di emendare la legge Scelba del 1952 sul reato di apologia del fascismo. «La nostra proposta emendativa», aveva scritto dal Comune, «o comunque la base che potranno tranquillamente migliorare e raffinare i parlamentari che vorranno sostenere questa battaglia, è di aggiungere all’articolo 4 una frase del tipo “l’esaltazione o comunque l’elogio attraverso immagini del regime fascista o nazista, si configura anche nella diffusione e vendita- diretta o attraverso qualsiasi modalità- di beni mobili di consumo od oggetti chiaramente riportanti simbologie o immagini dei succitati regimi, in assenza di qualunque presa di distanza critica da essi”».