Rimini. Gli offre sambuca ma in realtà è metadone: vicino di casa condannato dopo 5 anni

In pieno lockdown aveva accettato l’invito di un vicino di casa che gli aveva offerto un “bicchierino”. Solo che quel bicchierino, in realtà, non era sambuca ma metadone, cosa che il malcapitato ha appreso solo dieci giorni dopo, quando è riemerso dal coma profondo in cui era precipitato a causa dell’avvelenamento.
Correva l’anno 2020, e un cuoco lombardo allora 28enne (oggi ha 33 anni), residente a Coriano, aveva fatto un piccolo brindisi insieme al vicino di casa, un pizzaiolo 40enne, pregiudicato e seguito dal Sert per problemi di tossicodipendenza, col quale non aveva buonissimi rapporti, ma quel giorno aveva deciso di non rifiutare l’offerta dell’uomo, che lui e una coinquilina infermiera avevano appena soccorso, curandogli una ferita.
Una volta risvegliatosi dal coma, e raccontato a sanitari e carabinieri di essere stato avvelenato dal vicino era scattata la denuncia, che il padre del cuoco aveva già avanzato affidandosi all’avvocato Stefano Caroli. L’accusa era quella di tentato omicidio, oltre che lesioni personali. Un caso complesso, che nel corso degli anni ha anche rischiato di essere archiviato in quanto il pubblico ministero domandò che il fascicolo inerente la vicenda venisse appunto archiviato. Ma l’imputazione coatta disposta dal giudice per le indagini preliminari Manuel Bianchi, che accolse l’opposizione dell’avvocato Caroli, ha permesso di portare alla sentenza di condanna arrivata in settimana.
Il giudice del Tribunale di Rimini ha condannato a otto mesi di reclusione il pizzaiolo (difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù) e a 5mila euro di spese, ponendo fine a un caso durato oltre cinque anni.