Rimini, gli hotel e la lezione di Jesolo: “I nuovi 5 stelle traino per il restyling generale”

«Quella di Jesolo è un’offerta turistica di qualità medio-elevata, che richiama una clientela alto-spendente, principalmente di provenienza estera». Poche parole, quelle del presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon, che fotografano quello che gran parte degli operatori economici riminesi auspicano per il futuro della capitale italiana del turismo: hotel e abitazioni “stellate”, al posto delle 300 pensioncine chiuse e abbandonate, e vacanzieri “carta oro” a riempire camere “luxury”. Un sogno, per ora molto lontano dalla realtà.
Il turismo in Veneto
Sottolinea Schiavon: «Se una volta, ad inizio secolo, a Jesolo si guardava come metro di paragone alla Romagna, a Rimini e Riccione soprattutto, oggi questo non avviene più. Perché Jesolo, ora, è posizionata su un altro segmento turistico rispetto alla Riviera, un segmento di fascia medio-alta con una capacità di spesa importante». Proprio l’obiettivo della Rimini del futuro. «Rimini, attualmente, lavora con una clientela soprattutto italiana – risponde il vertice di Federalberghi Veneto –, Jesolo, invece, con una clientela straniera, tedeschi e austriaci su tutti. E mentre Rimini è posizionata su una fascia turistica media, Jesolo sta cercando di puntare su quella medio-alta».
E allora qualche domanda sorge subito spontanea: quale il segreto di questo successo? Cosa è stato fatto in questi 20 anni che Rimini non è riuscita a fare? Spiega Schiavon: «Tutto è partito con l’avvento del nuovo millennio. Quando, nel 2002, l’amministrazione comunale dell’epoca affidò la realizzazione del nuovo piano regolatore all’architetto giapponese Kenzo Tange, luminare dell’urbanistica. Nel contempo, il settore privato andò a supporto di questa svolta pubblica, chiamando a raccolta archistar internazionali e affidando loro la riqualificazione delle case e, successivamente, degli alberghi. In una sorta di rilancio cittadino a 5 stelle».
Spuntarono, così, tra lungomare e centro, nuovi edifici a carattere residenziale, seguiti da quelli a destinazione ricettiva. «Fu la nascita di una nuova Jesolo – continua il presidente di Federalberghi Veneto –, che calamitò in affascinanti appartamenti e moderne e innovative strutture alberghiere, quel turismo medio-alto che sino ad allora si era visto poco. Al punto che i tre nuovi hotel a 5 stelle (ne è in fase di realizzazione un quarto, ndr) cominciarono a rendere più dinamico il mercato ricettivo alberghiero obbligando i proprietari dei 3 stelle e dei 4 stelle a valutare progetti di riqualificazione degli immobili e ad innovarli nel design e nei servizi. Si centrò così, quell’effetto trascinamento verso l’alto dell’intera offerta turistica costituita oggi da 340 alberghi, che era proprio l’obiettivo prefissato ad inizio secolo». Per un’economia e un Pil che iniziarono, così, a navigare col vento in poppa.
Un’altra stagione d’oro
«È evidente che con l’arrivo di questa clientela più alto-spendente ad avvantaggiarsene fu l’intera filiera: dagli alberghi ai ristoranti, dagli stabilimenti balneari ai negozi, fino al mercato immobiliare. Vi dico solo questo: quest’anno, nonostante un calo di presenze intorno all’1-1,5% sul 2022, anno record, il fatturato è cresciuto ugualmente. E ciò perché gli albergatori, grazie alla qualità delle strutture e dei servizi, si sono potuti permettere di aumentare i prezzi delle camere e dei servizi senza compromettere il livello di rating delle strutture e la fidelizzazione dell’ospite».
Prezzi, appunto. Un altro aspetto sul quale puntare l’attenzione. Come quelli delle case, che nella città veneta sono schizzati alle stelle. Conclude, infatti, Schiavon: «Il mercato immobiliare è così prospero che i ricchi industriali del nord est da un po’ di tempo hanno cominciato ad investire qui, anziché in Sardegna o a Dubai come facevano fino a qualche anno fa. E un appartamento fronte mare nuovo a Jesolo lo acquisti a valori medi fino a 10mila euro al metro quadro. Con un periodo di ammortamento dell’investimento decisamente basso, vista la continua crescita dei valori immobiliari. E non mi riferisco solo agli appartamenti, ma anche agli hotel, il cui valore viaggia intorno agli 80 - 100mila euro a camera».