Rimini, Gaiofana, arriva l’aut-aut del Comune: “Lavori in fretta o risolviamo il contratto”

Rimini

Dai pochi operai operativi nell’area ex Ghigi a lavori fermi il passo è breve. E foriero di ricorsi, carte bollate, ma, soprattutto, diffide e azioni legali. Quelle che il Comune si appresterebbe ad intraprendere dopo l’avvertimento recapitato, la scorsa settimana, alla Responsible Spa di velocizzare i lavori per completare, entro il 19 dicembre, termine di fine opera fissato, il Centro sportivo del Rimini Calcio coi suoi 7 campi da gioco (quattro da 11 sia in erba sia in sintetico, due da 7 e altrettanti da 5), un campo polivalente, una tribuna spettatori, un parcheggio con impianto fotovoltaico, camminamenti e aree a verdi. Roba da far invidia ai maggiori club di serie C e di serie B.

Torna quindi a soffiare aria di tempesta sulla Gaiofana. Con Palazzo Garampi che, secondo fonti ben informate, sabato scorso avrebbe inviato un’altra diffida alla società di Stefano Petracca, marito dell’ex presidentessa del Rimini calcio, Stefania Di Salvo. Una diffida, e siamo alla seconda, che seguirebbe quella di fine agosto (anche in quel caso per lavori fermi) e che giungerebbe al termine di un altro blitz effettuato, venerdì, dai tecnici di Palazzo Garampi a verifica dello stato delle opere. Un sopralluogo che, secondo indiscrezioni, avrebbe dato risultati ancora peggiori di quelli del 3 ottobre quando gli impiegati comunali osservarono quattro-cinque operai al lavoro, rispetto ai 30-40 che la società Responsible spa garantì, a luglio, durante una commissione consiliare ad hoc, per permettere l’ultimazione delle opere nei termini stabiliti dal contratto di concessione: 19 dicembre, con eventuale proroga al 31 marzo 2026 per gli accordi relativi al Pnrr. Fondi europei, appunto, l’aspetto che preoccuperebbe maggiormente l’amministrazione Sadegholvaad. Visto che la cittadella dello Sport vanta un finanziamento Pnrr di 1,4 milioni, su 5 milioni di investimento privato, che, in caso di non rispetto dei tempi previsti, verrebbe cancellato. Inevitabile a quel punto una reazione del Comune. Anche dura. Come quella annunciata, nel corso del Consiglio comunale di settembre, dall’assessore allo Sport, Lari: «se si dovessero perdere i fondi del Pnrr, il Comune si rivarrà civilmente su chi avrà fatto sforare i termini».

Cosa è successo

Ma andiamo per ordine. E vediamo cosa è successo. Venerdì scorso, dopo il precedente sopralluogo del 3 ottobre (dal quale era emerso un cantiere quasi deserto, con appena quattro-cinque lavoratori all’opera), i tecnici del Comune hanno effettuato un secondo controllo, dagli esiti, sembra, peggiori: lavori sostanzialmente fermi. La goccia che, secondo voci attendibili, avrebbe irritato ulteriormente l’Amministrazione comunale. Carta e penna in mano, gli uffici di Palazzo Garampi, come da lettera di avvertimento spedita la scorsa settimana alla Responsible Spa, avrebbero, così, redatto, prima, e spedito, poi, una seconda diffida alla società di Petracca a mettere in atto tutte le attività necessarie per riallineare l’esecuzione dei lavori al cronoprogramma fissato. E a farlo in tempi celeri: 15 giorni e non uno di più (entro ottobre, dunque). Altrimenti il contratto s’intenderebbe risolto. Col Comune pronto ad escutere la fidejussione depositata da Responsible, finire direttamente i lavori, e ritornare in possesso dell’area, visto che, come spiegato sempre dall’assessore in Consiglio, «il progetto è in concessione». Ma non finirebbe lì. Perché utilizzando sempre le parole pronunciate da Lari, «il Comune, se si dovessero perdere i fondi del Pnrr, potrebbe rivalersi civilmente su chi avrà fatto sforare i termini».

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