Rimini. Foto porno estorte a una ragazzina, 66enne finisce a processo

Rimini
  • 04 aprile 2025

E’ a processo per violenza sessuale su minore e pedopornografia. Un 66enne artista di strada, nato in Sicilia ma domiciliato a Rimini, avrebbe circuito e soggiogato una 16enne conosciuta in rete. Alla ragazza avrebbe estorto foto porno che avrebbe poi inserito nel circuito web. Ieri, a Rimini, l’ultima udienza istruttoria del processo a carico del 66enne che non si è mai presentato davanti ai giudici per rispondere e difendersi da un’accusa così infamante. La pubblica accusa, pm della distrettuale di Bologna, ha interrogato i tre testimoni principali, i genitori della ragazzina e la poliziotta che all’epoca dei fatti indagò sul 66enne e altri soggetti rimasti ignoti. Mamma casalinga e papà poliziotto non si sono costituiti parte civile nel processo ma nonostante questo hanno deciso di testimoniare contro un “orco” che ha fatto del male a tante ragazze. Mamma e babbo vivono in Toscana, e nell’inverno del 2019 scoprono un po’ per caso che la loro figlia era stata attirata in una rete terribile. «Nostra figlia è una ragazza con qualche problema, si fida di tutti e pur avere affetto dalle persone non riesce a difendersi».

L’inizio del calvario

La ragazza all’epoca dei fatti aveva 16 anni. Molto chiusa e riservata, era stata all’epoca iscritta alle scuole medie e anche se più grande degli altri non aveva ancora sviluppato un carattere da adulta.

«Era febbraio del 2018, quando nostra figlia ha iniziato a dare segni di cambiamento - racconta la mamma -. Un giorno fui contattata dall’insegnante di sostegno che mi disse che mia figlia si era addormentata in classe. Una cosa impossibile visto che ogni sera andava a letto alle 9.30. Allora iniziai a controllarla fino a quando una sera la vidi al cellulare nel letto nascosta sotto le coperte. Quella sera le tolsi il telefonino e la cosa pensai fosse finita».

E invece era solo l’inizio di una vicenda terribile. «Non vogliamo che altri genitori si trovino nelle nostre stesse condizioni - dice il babbo -. Nostra figlia era cambiata, era triste e sempre attaccata al cellulare. Se tentavi di prenderlo erano scenate».

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