Rimini, evasori fiscali, l’erario va a caccia anche sui social

Rimini

Evasione fiscale, la caccia ai malfattori si sposta anche sui social. Un progetto del governo per mettere nel mirino chi pubblica foto di vacanze da mille e una notte, auto da sogno, cene a tre stelle (Michelin). Da anni, però, il Comune tiene sotto controllo lo stile di vita dei contribuenti e quando scopre difformità parte la segnalazione al Fisco: dal 2009 sono state 3.264 e a Palazzo Garampi hanno reso 3 milioni. L’ultima frontiera da tenere sotto controllo è quella degli affitti brevi: l’anno scorso le denunce sono state 16. Infine c’è il “genio” che ha chiesto una verifica sulla Tari ed è stato pizzicato con cinque case fantasma date in affitto.

“Sarebbe anche ora”

Il vice ministro all’economia, Maurizio Leo, durante un’audizione in commissione, ha annunciato: «L’evasione fiscale è come un macigno, tipo il terrorismo. Bisogna fare un passo avanti sul versante del data scraping», vale a dire l’utilizzo dei social network.

Come? «Oggi, molto spesso, professionisti o imprenditori vanno su internet, sui social, e dicono: siamo stati in vacanza alle Maldive, siamo stati in quel particolare ristorante», stili di vita da tenere in considerazione quando si ragiona di concordato fiscale.

“Ma fatela finita”

Una battaglia che oggi chiama in causa l’assessore al bilancio, Juri Magrini. «Già da tempo l’Agenzia delle entrate ha la facoltà di tenere conto dello stile di vita che emerge dal “vivere pubblico” nell’ambito dell’attività di indagine per accertare una eventuale evasione fiscale».

Più chiaramente? «L’Agenzia delle entrate - rammenta l’assessore Magrini - può guardare alle spese di qualsiasi genere sostenute per determinare il reddito complessivo, poiché tali spese possono rappresentare segnali di una maggiore disponibilità economica rispetto a quella dichiarata».

Qualche esempio? «Auto di lusso, viaggi all’estero, ristorante di pregio, iscrizione a club esclusivi».

Tutto sotto controllo

Il Fisco a questo proposito da anni chiede alle amministrazioni di partecipare al recupero dell’evasione, attraverso le segnalazioni qualificate. «Se il Comune si accorge che un soggetto gode dell’utilizzo di beni e servizi sproporzionati rispetto ai propri redditi può segnalarlo».

Palazzo Garampi collabora in questo senso dal 2009 e ha inviato 3.264 pratiche, «frutto in particolare dell’attività di controllo condotta dall’Ufficio tributi come nella circostanze di compravendita di terreni edificabili, residenze all’estero o godimento di abitazioni non indicate nella dichiarazione dei redditi».

In che modo? «Incrociando le diverse banche dati. Succede ad esempio che nell’ambito delle verifiche Tari si sia arrivati a capire come una persone fosse proprietaria di ben cinque appartamenti utilizzati per affitti turistici, mai registrati» e addirittura era stato lo stesso contribuente a «presentare il reclamo».

L’ultima frontiera

L’anno scorso la lente d’ingrandimento si è dedicata al capitolo ricettivo per fare emergere irregolarità nelle locazioni brevi. «Sono emerse 16 irregolarità trasmesse all’Agenzia delle entrate».

Quanto è stato recuperato in questi anni? «Il Comune ha incassato oltre 3 milioni di euro a titolo di contributo calcolato sulle maggiori somme riscosse. Chi paga non può sostenere il peso dei servizi anche per chi aggira la legge. Questo vale anche per le attività ricettive: una parte minoritaria che elude gli obblighi, inquinando il mercato e creando concorrenza sleale».

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