Rimini, Energia Wind 2020: “Parco eolico, il progetto va avanti: i privati metteranno tutti i fondi”

Rimini

«Il Parco eolico sarà realizzato interamente con capitali privati. Abbiamo già effettuato le indagini in mare e sulla terra ferma, come richiesto dal Ministero, ed entro l’anno completeremo il progetto esecutivo, che potrebbe contenere un ulteriore allontanamento verso il largo delle pale».

Energia Wind 2020, società di scopo incaricata di progettare la centrale a vento tra Rimini e Cattolica, replica così al sindaco Sadegholvaad.

E per voce del direttore generale, Gabriele Felappi, sgombra il campo dai dubbi sollevati dal primo cittadino di Rimini, in merito alla necessità di fondi statali necessari per costruire l’impianto («sui parchi eolici in Adriatico - ha detto il primo cittadino Sadegholvaad - il governo parli chiaro, faccia un’operazione verità, e dica che i soldi non ci sono e che gli impianti eolici offshore non si possono realizzare»). Impianto, quello al largo di Rimini, che, ad oggi, è costituito da 51 pale di 210 metri di altezza ciascuna dal medio-mare posizionate al largo, tra le 12 miglia (22 km), il primo aerogeneratore, e le 21 miglia (39 km), l’ultimo, capace di produrre 715.000.000 kWh/anno di energia (il 50% del fabbisogno dell’intera provincia di Rimini), e che prevede 1 miliardo di euro di investimento.

Felappi, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, sul parco eolico in Adriatico ha detto che il governo ha autorizzato la realizzazione di un impianto senza metterci un euro, e quindi sarebbe meglio che facesse un’operazione verità e dicesse che la centrale non si può fare. Come risponde? Voi andrete avanti ugualmente?

«Vogliamo essere estremamente chiari: l’intero investimento per la realizzazione del parco eolico di Rimini sarà sostenuto totalmente con capitali privati. Privati al 100%. Non ci sono e non ci saranno contributi a fondo perduto. Col progetto, quindi, andiamo avanti come programmato e senza avanzare alcuna richiesta. Quello che ci aspettiamo è che il Governo dia piena attuazione alle leggi, ai decreti e alle normative che esso stesso ha promulgato, tra cui il decreto FER2».

Potrebbe fare chiarezza su questo decreto FER2?

«Il decreto FER2, meccanismo di mercato regolato per la promozione delle fonti rinnovabili, prevede aste competitive in cui gli operatori qualificati presentano offerte al ribasso rispetto a una tariffa base dell’energia, riferita a contingenti prestabiliti. L’assegnazione dei contingenti avviene in favore dei soggetti che propongono le riduzioni più significative. I meccanismi previsti da questo decreto non gravano sul bilancio dello Stato e, di conseguenza, non generano debito pubblico, poiché sono sostenuti attraverso gli oneri generali di sistema, gestiti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). E noi, da oltre un anno e mezzo, siamo in possesso dei requisiti per partecipare alle aste, in attesa che vengano pubblicate».

Aste, il cui rinvio deciso dal governo ha escluso, di fatto, il comparto eolico offshore dalla ripartizione degli incentivi economici, previsti dal FER2, a sostegno della transizione ecologica. Ci sono novità in proposito? è previsto lo sblocco?

«Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE), per voce del ministro Pichetto Fratin e dei dirigenti, ha recentemente confermato l’avvio delle riflessioni metodologiche finalizzate all’ottimizzazione delle procedure applicabili, il cui riesame ha comportato questa temporanea sospensione della pubblicazione delle aste. Siamo, quindi, in attesa di indicazioni ufficiali in merito alle tempistiche. Confidiamo, tuttavia, che le aste possano essere avviate nel 2026, in coerenza con gli obiettivi nazionali ed europei già ratificati in materia di rinnovabili. Il decreto FER2 è stato reso legge dall’attuale Governo con l’approvazione della Commissione Europea: non vediamo, dunque, alcun motivo per cui qualcuno possa ritornare sui propri passi».

L’iter progettuale del Parco eolico, invece, come sta procedendo? Avete effettuato le indagini in mare e sulla terraferma sollecitate dal ministero dell’Ambiente?

«Il progetto esecutivo sta procedendo come da nostro programma. Intanto, a settembre ed ottobre abbiamo eseguito le indagini a mare, mentre quelle a terra (lungo il percorso che porta alla stazione elettrica Terna ubicata in prossimità di via “San Martino in Venti”, in collina davanti Bellariva, ndr) erano già state effettuate in fase di Valutazione di Impatto Ambientale. Stiamo, comunque, adesso valutando l’opportunità di effettuare ulteriori indagini geotecniche nell’area adiacente alla stazione di collegamento alla rete nazionale, con l’obiettivo di accelerare l’avvio della fase esecutiva».

Come si sono svolte e che risultati hanno dato le indagini?

«Le indagini a mare, che abbiamo affidato alla società Fugro, leader mondiale nella raccolta e interpretazione di dati geofisici e ambientali, hanno interessato un’area di circa 150 km² al largo, oltre al corridoio destinato all’interramento del cavo di giunzione con la terraferma. Non sono stati individuati reperti archeologici, né residuati bellici. Le misurazioni e i rilievi sono stati effettuati da due unità navali: la “Fugro Gauss”, operativa nelle aree di mare aperto, e la “Anna Guidotti”, dedicata ai rilievi in prossimità della costa. Abbiamo scelto di estendere le attività di rilevamento ben oltre il perimetro iniziale, spingendoci fino ai limiti del corridoio di transito delle navi pesanti che collega il porto di Ravenna. Questo per poter valutare con maggiore accuratezza l’eventualità di un futuro riposizionamento del parco eolico a una distanza maggiore dalla costa. Comunque, appena completato il report finale, provvederemo a trasmetterlo alla Regione Emilia-Romagna e alle autorità competenti, in un’ottica di trasparenza e condivisione».

Il progetto esecutivo necessario per ottenere l’autorizzazione unica e, quindi, per avere l’ok ai lavori, a che punto è?

«Per quanto riguarda i risultati possiamo confermare che i rilievi effettuati hanno validato le previsioni contenute nel progetto definitivo, quello che ha ottenuto il parere favorevole in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Non appena sarà completato il report finale, comprensivo dei dati derivanti dalle indagini a mare e sulla terraferma, lo trasmetteremo alla Regione e alle autorità competenti, in un’ottica di trasparenza e condivisione. Il report costituirà parte integrante del progetto esecutivo che sarà sicuramente pronto entro la fine dell’anno».

Quando presenterete il progetto esecutivo al Ministero dell’Ambiente?

«È nostra intenzione non perdere tempo».

Felappi, lei ha sempre parlato di entrata in funzione del Parco eolico entro il 2028: conferma la data o c’è un rischio slittamento?

«Se dipendesse solo da noi, lo confermeremmo, ma tenuto conto che dipende anche dai Ministeri interessati, possiamo solo che auspicarlo. Siamo consapevoli che progetti di tale complessità richiedono, per loro natura, tempi di maturazione estesi. Ne è prova il decreto VIA positivo che abbiamo ottenuto, che riconosce questa esigenza prevedendo una validità decennale, prorogabile ove necessario. I tempi lunghi non ci scoraggiano né ci preoccupano: fanno parte del percorso procedurale. In questo momento siamo concentrati sull’ottenimento dell’Autorizzazione Unica e, se sarà necessario attendere, anche tempi migliori, lo faremo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui