Rimini. Emergenza lupi, parla l’esperto: “La convivenza con l’uomo è possibile”

Rimini

«I lupi? La convivenza con l’uomo è possibile». Ad affermarlo è il naturalista Giampiero Semeraro, esperto dello Sportello lupo. Intanto con 122 voti a favore, 7 contrari e 63 astensioni, nei giorni scorsi, l’Aula della Camera ha approvato in prima lettura la legge di delegazione europea che prevede il graduale declassamento del lupo da specie «rigorosamente protetta» a «protetta».

Di recente ha suscitato polemiche una riflessione di Semeraro, ritenuta errata, per cui «al momento il lupo ancora è intoccabile e allo stato attuale si può solo prevenire».

Semeraro, cosa replica?

«Dal luglio scorso lo status di protezione del lupo a livello europeo è stato declassato. Gli stati membri possono tuttavia attuare forme di gestione in base ai propri dati, in casi particolari, ben evidenziati e comprovati. La direttiva prevede che la legislazione nazionale sia adeguata entro il 2027. Perciò, allo stato attuale, sono comunque necessarie procedure e deroghe che implicano interventi istituzionali da parte di Ministero dell’Ambiente, Ispra, Regione. Rimane prioritario il concetto di convivenza, coesistenza e condivisione del territorio tra uomini e lupi. E soprattutto di prevenzione».

In ballo, dopo le tante segnalazioni, c’è un’emergenza?

«Si tratta piuttosto di una novità, per alcuni gradita, per altri spiacevole. Questi animali si sono spostati da boschi e foreste, approfittando di situazioni favorevoli quali l’abbandono della montagna e l’aumento di prede selvatiche come gli ungulati: in primis il cinghiale. Si fanno vedere più spesso intorno agli insediamenti umani pur mantenendo, nella maggior parte dei casi, il loro timore verso l’uomo. I maggiori spostamenti delle persone e l’interesse verso la “natura” favoriscono incontri diretti, osservazioni, o indiretti, tracce e segni di presenza. Ci sono poi i social che funzionano da amplificatore sociale».

Servono regole e strumenti nuovi per la gestione della fauna selvatica?

«Premetto che il lupo, dal punto di vista biologico e comportamentale, è un animale di branco. Tuttavia, a un anno e mezzo circa d’età, i lupi sia maschi che femmine possono scegliere se rimanere all’interno del branco o abbandonarlo in modo definitivo. Scarsità di fonti trofiche e maturità sessuale, nel branco si accoppia solo la coppia dominante, portano i giovani a cercare una nuova casa con cibo a disposizione in attesa di trovare un individuo di sesso diverso con cui accoppiarsi e formare un nuovo branco. Questi spostamenti possono essere lunghi anche qualche centinaio di chilometri. Ricapitolando non servono nuove regole o modi diversi per gestire la fauna selvatica. Vero è che il comportamento dell’uomo facilita la “sosta” o il periodo di “fermata” del lupo in un posto: rifiuti urbani sparsi o non correttamente gestiti, attrattive alimentari quali il pet food, l’allevamento “domestico” di animali da cortile in recinti vulnerabili. In breve il lupo non è solitario perché ha deciso di esserlo: non ha ancora trovato ciò che cercava e noi non dobbiamo farglielo trovare».

Attacchi agli animali d’affezione, quali le precauzioni?

«Non lasciarli liberi specie alle prime luci del mattino e di notte. Recinti, pollai, conigliere devono essere costruiti in modo da impedire l’entrata a qualunque animale selvatico. Quanto al posizionamento, una rete va sotterrata per una certa profondità: il lupo come tanti altri carnivori scava. Servono poi precauzioni anche per il filo elettrico evitando che tocchi rami, fiori o erba. Infine alla recinzione, sia dentro che fuori, non bisogna appoggiare nulla che possa essere usato come “trampolino di lancio”, o favorisca l’arrampicata del predatore. Bene tenere i cani sempre al guinzaglio, al contrario i gatti sono capaci di nascondersi in posti irraggiungibili. Attenzione alle crocchette però: contengono un appetizzante che rilascia un odore avvertito anche a distanza».

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