Rimini. Ebe, 95 anni e la patente rinnovata. “La mia è una passione, fui tra le prime a guidare una motocicletta nel Dopoguerra”

Rimini

A 95 anni le rinnovano la patente, «Mai avuto incidenti né multe». Ebe Monti è la dimostrazione che l’indipendenza non ha prezzo e che in certi casi l’età non conta affatto. Mamma di cinque figli e nonna di quattro nipoti, Ebe ci vede benissimo, è molto reattiva e potrà guidare ancora la sua amata Citroën C1 di color grigio per un altro biennio, sino alla prossima visita di controllo dei requisiti psico-fisici di idoneità alla guida, che cadrà nel 2027, quando di anni ne avrà 97. In gioventù è stata una delle prime donne di Rimini a salire in sella a una moto e a prendere la patente quando solo qualche levatrice si decideva a sostenere gli esami e persino gli uomini preferivano girare in Vespa.

Signora Ebe, quando e perché ha preso la patente?

«Ero fresca di maggiore età, quando l’ho conseguita. Era il 1948 e aiutavo mio zio a controllare i lavoranti del podere che aveva acquistato a Ospedaletto. Macinavo 36 chilometri al giorno e in più lavoravo nel salone che avevo fondato, “Ebe new Hair style”, tuttora attivo in via Bertola. Qualche anno addietro ho ricevuto un premio dall’Inps perché pago ancora i contributi e fino a 85 anni ho lavorato a pieno ritmo con tante soddisfazioni, come ad esempio la grande gioia di acconciare le donne della mia famiglia nel giorno delle loro nozze, oltre a vedere davanti allo specchio attrici come Alida Valli o la sorella di Federico Fellini».

È vero che a prima macchina non si scorda mai?

«Verissimo, la mia era una Fiat 850 bianca, compatta e confortevole, ma guidavo anche la moto, per l’esattezza una Benelli Leoncino che mio padre aveva comprato per sé ma senza imparare a usarla. Credo di essere stata la prima donna motociclista a Rimini nel dopoguerra. In sella raggiungevo l’entroterra sino a Pennabilli dove vivevano i miei genitori ma anche San Marino, incurante di qualunque meteo, inclusi neve e ghiaccio. All’epoca non andavano di moda i pantaloni per le donne, così portavo la gonna e quando scendevo mi scottavo spesso le gambe a causa della marmitta. Ma il senso di libertà che dona una due ruote valeva qualunque sacrifici

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