Conclusa la testimonianza di Loris Bianchi, al processo per l’omicidio di Pierina Paganelli il primo condomino di via del Ciclamino a deporre è stato Ion Nastas che, la mattina dell’omicidio, avvertito da Manuela Bianchi scese con lei nel garage dove fu trovata Pierina Paganelli. «Ero in casa con mia moglie, mia madre e mio figlio di quasi cinque anni - ha raccontato, rispondendo alle domande del pm Daniele Paci - stavo stendendo i panni sul balcone, quando sentii suonare il campanello. Fuori dalla porta c’era Manuela Bianchi che mi disse che nel vano del garage c’era una donna morta e pensava fosse una mia parente. Così scendemmo insieme per le scale al piano -1».
Arrivati di sotto «Louis Dassilva uscì dall’ascensore, anche se all’epoca non sapevo il suo nome». Nastas allora si affacciò e vide «una signora distesa a terra, così Manuela piangendo mi disse di chiamare i soccorsi». La nuora di Pierina, tornati di sopra avvertì la polizia e il 118 affermando che «una signora è caduta, forse è morta, le esce sangue dalla bocca, accanto a lei ci sono dei barattoli rotti, ma è nuda nella parte sotto e non la conosco. Quando ho parcheggiato la macchina in garage, ho aperto la porta tagliafuoco e l’ho vista». Durante la chiamata erano presenti tutti e tre «ma Louis non rimase sempre davanti a me - ha ammesso Nastas -. Dopo scendemmo di nuovo nel vano, tentai di accendere la luce, ma invano. Così accesi la torcia del telefono per vedere meglio, vidi la donna a pancia in sù e Manuela riconobbe sua suocera urlando “perché capitano tutte a me?”. Le domande si sono poi concentrate sulla giornata del 3 ottobre. «Eravamo a casa - ha raccontato Nastas -. Mentre ero in camera con mio figlio abbiamo sentito un urlo, anche mia moglie, e lui si è attaccato a me un po’ impaurito. Guardando dallo spioncino della porta ho notato che era buio sulle scale, però mi pare di aver sentito il rumore dell’ascensore».