Questa mattina è toccato alla nipote di Pierina Paganelli, Giorgia Saponi, comparire sul banco dei testimoni davanti alla Corte d’Assise. Presente in aula, come sempre, l’unico imputato Louis Dassilva, vestito di scuro e seduto affianco ai suoi avvocati, Riario Fabbri e Andrea Guidi. In tribunale anche Manuela Bianchi che però ha preferito assistere alla testimonianza della figlia fuori dall’aula. Assente, invece, la moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci, ma non la sua legale Chiara Rinaldi. «Il rapporto con mia nonna era bello come può esserlo tra nonna e nipote. Era una grande donna e la consideravo una seconda mamma. Essendo la mia unica nonna facevo molto affidamento su di lei e ci vedevamo tutti i giorni. L’ultimo messaggio che le ho mandato era per dirle che quella sera non sarei andata all’adunanza e di non aspettarmi».
Le domande del pm Daniele Paci e soprattutto della presidente della Corte d’Assise Fiorella Casadei si sono spostate sulla relazione tra la madre e Dassilva. «Il suo nome me lo ha confessato lei dopo l’omicidio poco prima che uscisse su tutte le televisioni - ha precisato -. Prima di andare via di casa a metà aprile mi aveva detto che aveva qualcuno in testa. I sospetti su Louis però mi sono venuti in estate quando ho letto dei messaggi sul telefono di mia madre dove c’era una canzone d’amore e la frase “sei il mio cuoco preferito”. Con lui, mia madre e Valeria un pomeriggio siamo anche andati a fare un bagno al mare, ma vedevo che tra loro c’era un rapporto diverso che tra due semplici vicini di casa. I loro sguardi erano come quelli di due amanti».