Rimini, delitto di Pierina, battaglia in tribunale: Louis all’attacco querela i fratelli Barzan

Continua la battaglia a suon di querele e denunce tra gli “attori” che compongono la vicenda dell’assassinio della 78enne Pierina Paganelli.
Dopo la denuncia di Davide Barzan da parte di Valeria Bartolucci, annunciata in diretta tv nel pomeriggio di giovedì, ieri è arrivata la notizia della querela mossa da Louis Dassilva attraverso i suoi legali (Riario Fabbri e Andrea Guidi), nei confronti del consulente Barzan ma anche ai danni della sorella, l’avvocata Nunzia Barzan.
La violazione contestata, come raccontato alle telecamere di Ore 14, in questo caso, non è esercizio abusivo della professione di avvocato (reato per cui Barzan è stato denunciato dalla moglie di Dassilva), ma infedele patrocinio. Si tratta del reato sancito all’articolo 381 comma 2 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a un anno il patrocinatore o il consulente che, dopo aver difeso o assistito una parte, assume senza il suo consenso il patrocinio o la consulenza della parte avversaria. In sostanza Dassilva, che si trova in carcere ai Casetti, ha deciso di denunciare i fratelli Barzan in quanto nei primi tempi dopo l’omicidio, sia lui che la moglie, così come l’allora sua amante Manuela Bianchi e il fratello Loris (nessuno dei quali indagato) erano assistiti insieme. Col proseguire delle indagini le loro posizioni si erano separate, portando a scegliere consulenti, e nel caso di Dassilva, veri e propri difensori diversi.
Tuttavia, nel tempo in cui la posizione dei Bianchi e dei coniugi Dassilva e Bartolucci è stata la medesima, i Barzan sarebbero inevitabilmente entrati in possesso di informazioni, anche confidenziali, che diversamente non avrebbero avuto. Nozioni e consapevolezze che ora, nelle more del processo, potrebbero giocare a svantaggio di Dassilva.
La replica
Si ricorda infatti che al momento l’unico indagato è il 34enne Dassilva, ed è proprio sul fatto che al tempo in cui le posizioni dei quattro erano comuni e che nessuno di loro era indagato (e nessun procedimento era in corso) che si basa la difesa dei Barzan.
«Puntualizzo - dichiara in effetti Barzan, replicando con fermezza alle accuse mosse - che Dassilva non mi ha mai nominato suo consulente tecnico, quindi, manca il presupposto del reato di patrocino infedele che, come prevede la legge, necessita che l’agente debba rivestire la qualifica o di consulente o di difensore. Per quando riguarda l’avvocato Nunzia Barzan, specifico che la stessa è stata revocata dal mandato difensivo nel novembre 2023, ossia in epoca in cui Dassilva non era neppure indagato, quindi non essendo lui sottoposto a indagine manca l’altro presupposto del reato, ossia la pendenza del procedimento penale».
Intanto, nell’attesa dell’incidente probatorio in via Del Ciclamino sul video che ritrae una persona (secondo l’accusa Dassilva) camminare in strada dopo il delitto, sono state cambiate le luci dei lampioni, rimettendo quelle che c’erano il 3 ottobre 2023. L’esperimento è in programma per l’inizio della prossima settimana.