Rimini, corsa al farmaco per dimagrire: “Un successo paragonabile al Viagra”

Rimini

Farmaci per il diabete che aiutano a dimagrire: «È boom sulla scorta dei vip». La questione ha tenuto banco lunedì scorso durante un corso di aggiornamento, destinato all’Ordine dei farmacisti, che ha siglato un centinaio di adesioni. Lo segnala Giulio Mignani, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Rimini, ora fra i sindaci revisori dell’ente previdenziale nazionale che tutela oltre 100mila professionisti italiani.

«Il successo dei farmaci per il diabete che possono aiutare a perdere peso è paragonabile ai consensi mietuti dal Viagra, al suo esordio nel 1998», premette Mignani offrendo un paragone calzante «per un fenomeno di massa, divenuto quasi evento di costume».

Quanto ai medicinali che vanno per la maggiore «non solo nel Riminese, ma un po’ ovunque», appartengono alla classe degli agonisti del recettore Glp-1, come la semaglutide (presente in farmaci come Ozempic per il diabete o Wegovy per l’obesità, ndr) e la tirzepatide, agonista doppio Glp1 e Gip (che si trova ad esempio nel Mounjaro, ndr).

Specchio delle mie brame

«Molti di questi prodotti, sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2, hanno l’effetto di ridurre l’appetito e aumentare il senso di sazietà - specifica - consentendo, nel caso dei grandi obesi, di perdere anche il 20% del peso corporeo, ma il “fai da te” resta fortemente sconsigliato, come gli acquisti online. Per evitare malnutrizione e problemi ulteriori, è meglio recarsi in farmacia».

Ma chi è l’acquirente tipo? «Prevalgono seppur di poco le donne dai 50 anni in su», svela, aggiungendo che i prodotti sono rimborsabili solo per chi ha il diabete. Per il resto della clientela, invece, l’ordine di grandezza della spesa «è di 300 euro ogni 4 settimane». Scontrini salati che, nonostante gli zeri, non sembrano scoraggiare nessuno mentre, «almeno per ora, i diabetici non sono rimasti privi di prodotti a loro indispensabili» ma uno scoglio c’è. Alcuni si procurano una quinta dose di Mounjaro, aspirando con una siringa il fondo della precedente. «Il problema - sottolinea ancora il presidente dell’Ordine farmacisti - è che non si ottiene la stessa quantità delle altre fiale». Conseguenza? «Improvvisare rischia di invalidare i risultati delle due settimane precedenti. Più in generale bisogna muoversi solo sotto prescrizione e supervisione medica, poiché gli usi sono specifici e non vanno mai sottovalutati gli effetti collaterali, dalla nausea alla pancreatite. Ogni percorso, in sostanza, va inserito nell’ambito di una terapia personalizzata».

Un altro monito? «Anche se questi si sono rivelati prodotti molto sicuri, non è sempre possibile valutare gli effetti a lungo termine perché, in diversi casi, hanno fatto la loro comparsa sugli scaffali da pochi anni e quindi mancano le evidenze scientifiche».

Con l’occasione affronta anche il tema della perdita della vista, denunciata di recente dal cantante Robbie Williams, ex frontman dei Take That, che ne ha attribuito la responsabilità all’impiego di medicine dimagranti. «Non è una questione legata ai farmaci - ribatte il farmacista -, chi perde in modo repentino decine e decine di chili può trovarsi a fare i conti con ischemie retiniche. Detto questo - chiosa - sarebbe meglio perdere peso, affidandosi a specialisti e puntando le fiches su un’alimentazione equilibrata e maggior attività fisica. Chi riesce a cambiare pelle grazie alle sedute in palestra ha gli stessi risultati di chi nella rincorsa alla perfezione sceglie le scorciatoie».

E non è tutto oro quel che luccica. «Quanti, raggiunto il peso forma, smettono di assumere i trattamenti, dovranno far leva su una grande forza di volontà per scongiurare l’effetto yo-yo e continuare a controllare i parametri ematici senza abbassare la guardia»

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