Rimini. Concessioni spiagge, la rabbia dei bagnini: mappature dopo l’elezioni, dimenticati dal governo
I balneari sono stati abbandonati dal governo e il vuoto relativo al rinnovo delle concessioni lascia il pallino in mano agli enti locali, costretti a indire bandi pubblici in maniera diversa da un comune all’altro. Risultato? I vecchi concessionari non potranno difendersi. è il grido di allarme lanciato da Mauro Vanni, presidente nazionale dell’associazione Confartigianato imprese demaniali, alla luce del fatto che il governo, sulla mappatura dell’arenile, ha convocato un vertice del Tavolo tecnico per il 12 giugno, dopo le Europee e aperto solo agli enti locali.
“Lasciati soli”
«Al di là del tavolo che si riunisce senza i sindacati dopo le elezioni e questa è una scelta che ha già un suo significato - tuona Vanni - il fatto gravissimo è che il turismo balneare viene lasciato in una situazione drammatica. Siamo di fronte a un vuoto normativo enorme e il cerino è nelle mani delle amministrazioni locali, gravate da responsabilità che non gli sono dovute», però devono intervenire sull’onda degli esposti alle Procure.
Cosa potrebbe succedere quindi? «Questo vuoto creerà un caos enorme, ogni amministrazione locale troverà una soluzione diversa, una confusione bestiale. Si attiveranno evidenze pubbliche senza alcuna difesa del settore, i vecchi concessionari non avranno la possibilità di difendersi. La categoria è stata abbandonata. è ora che i balneari sotto le elezioni facciano sentire la propria voce in maniera unitaria».
“Facciamoci sentire”
Il 12 giugno è stato quindi convocato il Tavolo tecnico consultivo sulla mappatura. «Si tratta di un ulteriore segnale del governo di volere intervenire dopo le elezioni europee» dichiara Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio. «In questo modo sono state anteposte le esigenze elettorali a quelle della categoria - continua Capacchione - di avere, cioè, un inderogabile e improcrastinabile provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata». La convocazione riguarda, però, soltanto le amministrazioni pubbliche. «La riunione precedente, del 10 aprile, venne convocata solo alcune ore prima a conferma che era, non solo puramente strumentale, ma contro la nostra manifestazione del giorno successivo - precisa il presidente del sindacato -. Sono gravi ed evidenti a tutti, pertanto, le responsabilità politiche per le possibili conseguenze sulla funzionalità del settore a stagione balneare già iniziata. A breve saranno rese note le iniziative sindacali adeguate, a tutela e salvaguardia di oltre 30mila imprese e 100mila addetti».