Rimini, compleanno sulla Flotilla per Michela Monte: «Mi regalo la solidarietà. Saremo a Gaza in 4 giorni»

Rimini

«Desidero che il genocidio sia fermato». Ha festeggiato il suo compleanno a bordo della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria con oltre 50 navi e 500 attivisti in rotta verso Gaza dove salvo imprevisti arriverà tra quattro giorni. Parliamo della giornalista riminese Michela Monte, che scrive per i media americani. Ha espresso un desiderio carico di speranza per il suo 49° compleanno (festeggiato a un mese dall’imbarco sulla Estrella Y Manuel) ma anche per tutti i giorni che verranno: «Voglio che vinca la solidarietà - ha scandito a chiare lettere - e che si fermi il genocidio dei palestinesi».

Intanto è già partito quel conto alla rovescia che trascina con sé più di un’incognita. Entro giovedì, infatti, la Flotilla giungerà al punto di intercettazione dove le precedenti missioni sono state fermate da Israele. Cosa succederà? «Tutti gli scenari sono aperti - risponde Monte - e dopo gli ultimi 4 giorni dominati dalle prese di posizione della premier Giorgia Meloni, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del leader di FI Antonio Tajani, per noi italiani lo scenario si è arricchito della possibilità di depositare gli aiuti umanitari a Cipro per poi tornare a casa». Un tema, sostiene, che non ha neanche sfiorato i compagni di barca che italiani non sono. «Tutti pensano che sia una cosa inventata dal nostro Governo per sabotare l’obiettivo finale della missione e basta», commenta Monte che ribadisce la finalità degli attivisti: «Non sentirsi dire che siamo bravi o irresponsabili ma ottenere un corridoio umanitario, rompere l’assedio su Gaza che è illegale e fermare il genocidio». Non è scesa a Creta, che costituiva l’ultima opportunità per un dietrofront, proprio per questi motivi. «Oltre alle imprecazioni per il mal di mare, i cambi di programma, la fine della frutta in dispensa, la paura per come andrà a finire - afferma - c’è la consapevolezza che se non ci muoviamo noi, non smetteremo di contare i morti». E allora cosa la fa indignare? «Giornalisti, insegnanti, medici, poeti e migliaia di bambini vengono sterminati da due anni come carne da macello. E tutti a guardare». Lei, invece, di voltare la testa dall’altra parte non ha alcuna intenzione.

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