Rimini, commercio in crisi: "Servono aiuti al più presto"

Rimini

RIMINI. Pubblici esercizi in crisi per colpa della pandemia. Per questo Confcommercio e Confesercenti hanno inviato una lettera ai sindaci e agli assessori alle attività economiche e ai tributi della provincia di Rimini.

Nella lettera viene rappresentata la situazione di grave crisi del settore, testimoniata da "tanti indici negativi, come ad esempio il numero di chiusure di pubblici esercizi nel nostro territorio nel periodo gennaio-novembre 2020: ben 188, con la stima di una perdita di occupati superiore alle 660 unità".

Vengono poi proposte anche alcune soluzioni. "A partire dalla rimodulazione, per l’intera annualità 2021, della Tari, diminuendo in modo significativo l’impatto della stessa sulle imprese e dalle altre imposte come occupazione suolo pubblico e imposta pubblicità che stanno convogliando in un’unica imposta, ma che necessariamente devono essere riviste al ribasso. In particolare si chiede l’azzeramento per tutto il 2021 del canone di occupazione di suolo pubblico per gli spazi già concessi e per gli eventuali ampliamenti da concedersi attraverso procedure semplificate, andando così a integrare quanto previsto dalla legge di conversione del DL Ristori, che ha disposto l’esenzione del canone di occupazione del suolo pubblico, nonché la semplificazione delle procedure per l’ampliamento delle occupazioni già concesse fino al 31 marzo. Misure a cui deve affiancarsi l’azzeramento imposta pubblicità. Viene quindi richiesto di agevolare, quando si potrà, l’organizzazione di eventi, manifestazioni e concertini da parte dei pubblici esercizi, così un coinvolgimento diretto delle due associazioni di categoria nella calendarizzazione degli eventi come sagre e fiere, in accordo con le previsioni della L.R. 7 del 2014, che comportano attività di somministrazione di alimenti e bevande, in modo da tutelare il circuito strutturato dei pubblici esercizi".

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