Rimini, code infinite ai passaggi a livello: “Rivogliamo le sbarre intere”

Rimini

Code infinite al passaggio a livello e gente che s’infila sotto le mezze sbarre rischiando la vita. Vita grama per chi transita tra le Celle, Rivabella e Viserba: i tempi di chiusura del passaggio a livello di via XXX Marzo 1831 sono così lunghi da mandare in tilt anche la circolazione sulle strade limitrofe come, ad esempio, le vie Sacramora e Coletti. Ad imbottigliare nel traffico numerosi automobilisti, non una ma più volte al giorno, è stato il nuovo protocollo di sicurezza adottato da Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) che ha aggiornato le tempistiche, spesso triplicandole, per i passaggi a livello. Come accade nella già menzionata area della discordia, con la presenza di mezze sbarre anziché sbarre intere.

«Mai una gioia»

A suonare la campana d’allarme è Gabriele Bernardi, albergatore e proprietario di un bed and breakfast a Viserba. L’assaggio di una situazione esplosiva si era già registrato in corrispondenza del Sigep, nel gennaio scorso «ma il peggio - afferma - coinciderà con l’arrivo dell’estate, considerando l’aumento dei treni e delle automobili» con il conseguente appesantimento della viabilità o la paralisi.

Previsioni a parte, rincara Bernardi, «la situazione è insostenibile sin dal dicembre 2024» e la possibilità di una tregua resta una chimera «perché tutti i giorni, chiunque voglia entrare o uscire da Viserba, si trova bloccato in file chilometriche, anche evitando il sottopasso». Sottopasso che, in particolare all’arrivo dei treni che partono da Ravenna, resta chiuso anche una quindicina di minuti alla volta.

Il Comune ha inviato una Pec alle Ferrovie tre mesi fa, spiega ancora l’albergatore «ma di risposte non si vede l’ombra. Oltre al danno c’è la beffa perché, sebbene il cambio di passo abbia per obiettivo la sicurezza, «molti pedoni o cittadini in scooter», stanchi di aspettare in balia dei capricci del meteo, «passano sotto le mezze sbarre chiuse, mettendo a rischio la propria incolumità».

«Ridateci le sbarre intere»

Una misura controproducente, insomma, in una zona ad alta densità abitativa, allarga le braccia, Bernardi tornando a invocare a nome di tanti riminesi l’uovo di Colombo, ovvero l’installazione «di sbarre intere per dribblare le nuove norme».

Ma c’è anche dell’altro. A destare preoccupazione è il rischio di un rallentamento delle ambulanze e dei mezzi delle forze dell’ordine «qualora – ipotizza Bernardi incrociando le dita - esplodesse un’emergenza al momento sbagliato e nel posto sbagliato».

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