Rimini. Botte a turista per scipparla, poi fugge in monopattino

Rimini

Di solito danno la caccia ai furbetti degli scontrini, ma i finanzieri del “117” di pattuglia per le vie di Rimini si sono resi protagonisti l’altra notte di un singolare inseguimento che ha portato alla cattura di un violento scippatore in fuga su un monopattino elettrico. Nonostante le manovre spericolate del giovane, un marocchino di 26 anni residente a Milano, l’auto delle fiamme non l’ha mai perso di vista e al momento giusto lo ha messo in trappola. Poco prima lo straniero aveva aggredito una ragazza bolognese non ancora ventenne.

Il fatto accade attorno alle tre e mezza di notte, nella zona di via Destra del porto. La giovane è da sola, sta rientrando al suo alloggio e, proprio per sentirsi più sicura, è al telefono con un’amica pensando così di scoraggiare eventuali malintenzionati. Non fa i conti però, con il tipo in monopattino che le sfreccia accanto e tenta di afferrarle al volo il cellulare. Lei non lo molla e lui a quel punto prima la scaraventa a terra, poi la schiaffeggia, e le dà dei colpi in testa fino a quando è costretta a dire addio al suo cellulare. Viene soccorsa, dolorante e sotto choc per lo spavento, da alcuni ragazzi che chiamano la polizia (sopraggiunta con tre Volanti sul posto). Nel frattempo, però, è la pattuglia della finanza, di passaggio nella zona, a notare l’assembramento e mettersi sulle tracce dello scippatore. I militari lo individuano e non lo perdono di vista neppure quando imbocca le strade più strette e buie. Nel momento in cui lo mettono finalmente all’angolo lui fa lo gnorri. In tasca gli squilla il telefonino. «E’ mio». Risponde il finanziere e dall’altra parte c’è la ragazza: «Sono stata appena scippata, ho richiamato il mio numero». Ieri mattina il giudice ha convalidato l’arresto e – assecondando la richiesta del pm onorario Leonardo Berardi – ha disposto che il marocchino, difeso dall’avvocato Luca Campana, resti in carcere almeno fino al 31 luglio data del processo. L’imputato ammette il furto, nega le percosse.

Sarà processato con l’accusa di tentata estorsione (oltre che per resistenza e violenza a pubblico ufficiale) il nigeriano arrestato da una pattuglia della Squadra mobile della questura di Rimini dopo l’aggressione ai danni di una donna all’interno di un albergo di Marina Centro. A suggerire il cambio di imputazione è stato il pm onorario Leonardo Berardi: lo straniero pretendeva che gli versassero da bere nonostante non fosse un cliente dell’hotel, fosse già alterato dall’alcol e in contraddizione con le normative previste per fronteggiare il Covid-19. Alla fine aveva sferrato un pugno in faccia a un’amica dell’albergatrice (strattonata a sua volta), buttandole giù quattro denti. L’uomo resterà in carcere fino al 31 luglio, data del processo.

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