Rimini. Boom di badanti senza un contratto

Rimini
  • 12 ottobre 2025

Impieghi non in regola dilaganti tra le badanti e la popolazione intanto avanza con l’età.

«Il lavoro di cura è una sfida pubblica - ogni famiglia ci è passata, ci passa o ci passerà - e va sostenuto con coraggio e visione». Lo spiega Emma Petitti, vice segretaria PD Emilia-Romagna e consigliera regionale, in una società che «invecchia rapidamente, il lavoro di cura è infatti diventato il vero fronte del welfare».

In provincia di Rimini, gli over 80 hanno superato quota 26.000, con un incremento del 21,3% in dieci anni. «Un dato che racconta molto più di una tendenza demografica: parla di famiglie sempre più sole, di lavoratrici invisibili e di un sistema che fatica a reggere il peso della non autosufficienza». E ancora i numeri parlano chiaro. In Emilia-Romagna, secondo i dati Inps 2023, i lavoratori domestici regolari sono stati 71.496: 44.477 badanti (62,2%) e 27.019 colf, in calo del 32,1% rispetto al 2013. Complessivamente, il lavoro regolare è diminuito del 14,8%.

Il crollo

A Rimini, il calo è stato ancora più marcato: meno 30% in dieci anni. Ecco perché Petitti spiega: «Per affrontare con coraggio la crisi del lavoro di cura, serve un pacchetto di misure fondato su equità, dignità e sostegno concreto alle famiglie. L’obiettivo è chiaro: rafforzare l’assistenza, far emergere il lavoro irregolare e riconoscere il valore delle lavoratrici». Tra le proposte: «Credito d’imposta fino al 50% per chi assume badanti regolari. Ma anche voucher sociali per famiglie a basso Isee, da integrare agli attuali assegni di cura Patto regionale per il lavoro di cura, con enti locali, sindacati, associazioni e terzo settore». Infine, «percorsi di certificazione delle competenze, per garantire alle assistenti familiari il riconoscimento formale e la piena dignità professionale».

L’investimento

«Il lavoro di cura - continua Petitti - non è e non può essere una questione privata: è una sfida pubblica, sociale e politica. In Emilia-Romagna, Regione ed enti locali hanno dimostrato di saper investire con visione e concretezza, anche in assenza di certezze nazionali. Ma i numeri parlano chiaro: serve un salto di qualità. Il Partito Democratico può e deve essere il motore di questo cambio di passo. Le mie proposte vanno in questa direzione».

Il monitoraggio

L’Emilia-Romagna ha già messo in campo «misure concrete», spiega la consigliera regionale, «spesso colmando i vuoti lasciati dalle politiche nazionali. Il Fondo Sociale Regionale prevede 57,2 milioni di euro nel 2025, di cui oltre 23 destinati alla non autosufficienza e al contrasto della povertà. Gli assegni di cura erogati dai Comuni aiutano le famiglie con anziani o disabili gravi, in base all’Isee. Sono attivi percorsi di formazione gratuita per OSS e assistenti familiari, e un sistema di monitoraggio digitale garantisce trasparenza nell’uso delle risorse». La Regione - conclude Petitti - ha investito «con coraggio, mettendo in campo risorse proprie e un welfare che regge e continua a fare scuola. Ma ora serve un nuovo patto politico. Il lavoro di cura riguarda tutti: ogni famiglia ci è passata, ci passa o ci passerà. E va riconosciuto, sostenuto e portato al centro dell’agenda democratica».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui