Lorenzo Bianchi è “sparito” nel silenzio delle comunicazioni interrotte. Imprigionato suo malgrado nel caos del Kazakistan, dove una sommossa popolare contro il rincaro carburanti ha acceso la miccia per scontri sanguinosi, il 47enne riminese non dà sue notizie dalla sera del 5 gennaio, quando era riuscito a contattare alcuni suoi familiare per informarli di quello che stava accadendo. «Da allora non lo abbiamo più sentito», racconta la madre, Rosetta De Simone, che dalla sua casa di Morciano attende delle novità, che per il momento non sono arrivate.
Morti e arresti
L’uomo, arrivato in Kazakistan da un anno per il suo lavoro di sales manager di Brummel cucine, si trovava a casa ad Almaty, la capitale, quando sono iniziati i primi scontri che poi hanno portato, per ora, a oltre 40 morti e circa 4.400 arresti, con il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, che ha dato l’ordine di sparare sulla folla e senza preavviso.
L’ultimo contatto
Il pandemonio che ha travolto il Kazakistan, in cui la Russia ha mandato oltre tremila militari per mettere fine ai disordini, ha anche azzoppato le comunicazioni. E lo stesso Bianchi, l’ultima volta che ha sentito la madre, l’ha avvisata che ci sarebbero potute essere delle difficoltà, non solo per i contatti telefonici ma anche per quelle legate a Internet. «Mi ha però detto che si trovava in un posto sicuro, mi ha tranquillizzata e ha aggiunto che appena possibile si sarebbe fatto vivo lui», continua la mamma, che da circa quattro giorni non ha più informazioni. Niente whatsapp, niente messanger, nemmeno mail, niente telefono, niente social. Tutto tace, in atteso che la situazioni torni alla normalità e che il riminese mandi degli aggiornamenti sulle sue condizioni.
Il problema di Internet
Bianchi negli ultimi messaggi inviati proprio lo scorso 5 gennaio aveva parlato di «un bagno di sangue», tanto che si era «barricato in casa», da dove sentiva «il rumore dei proiettili e l’odore della polvere da sparo». Uno scenario drammatico che «sembra un film», aveva continuato il 47enne, prima di interrompere il suo racconto al Corriere Romagna, visto che come aveva detto lui stesso: «Internet va e viene, le comunicazioni sono molto difficili». Nel Paese, già nella giornata di ieri, in alcune aree comincia a essere riattivato proprio Internet e il presidente Tokayev ha assicurato che lo stato d’emergenza verrà revocato a breve nei luoghi dove le sommosse sono state sedate. In tutto il Kazakistan però banche, ristoranti e supermercati sono ancora chiusi e i militari russi presidiano l’aeroporto. Un ritorno alla normalità, insomma, non sembra ancora essere dietro l’angolo.