Rimini, auto di lusso e tanti contanti senza posto di lavoro: dissequestrata la Porsche del sospetto spacciatore

Rimini
  • 09 giugno 2025

Grazie ai soldi dello spaccio di cocaina, a 30 anni di età e senza lavoro fisso, si era potuto permettere abiti firmati, cene al ristorante e aperitivi tutte le sere e un’auto di lusso come una Porsche Cayenne. Auto che in realtà era solo l’ultima delle vetture possedute, dato che il giovane sarebbe solito cambiarne una ogni due anni. Lo scorso 30 maggio, però, quella Porsche Cayenne gli era stata sequestrata, in quanto ritenuta il frutto della sua intensa attività di spaccio.

Sabato scorso, però, il Tribunale del Riesame di Rimini ha accolto l’istanza presentata da Giuliano Renzi, l’avvocato che assiste il 30enne di origine ucraina recentemente finito nei guai con la giustizia.

I giudici riminesi hanno quindi annullato il decreto di sequestro e disposto la riconsegna dell’auto di lusso al giovane.

La vicenda

Quando i carabinieri di Riccione, coordinati dal pm Davide Ercolani, indagando su un giro di giovani spacciatori riminesi provenienti da buone famiglie, hanno scoperto il tesoretto in contanti che il 30enne aveva nascosto in una cassetta di sicurezza, pari a 60mila euro in contanti, lui aveva tentato di dare la colpa al patrigno, un bagnino riminese, sostenendo che il denaro provenisse da evasione fiscale.

Ma la verità era presto venuta a galla e il gip Vinicio Cantarini, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo di tutti i beni nella disponibilità del giovane spacciatore, compresi i contanti e la Porsche.

Le indagini

Attualmente infatti il giovane è indagato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti dopo che lo scorso febbraio era stato arrestato a Villa Verucchio un personal trainer di 31 anni trovato con un chilo di cocaina e una pistola. Da quell’arresto vennero poi identificati altre tre giovani, un 24enne, un 26enne riminesi e il 30enne ucraino. Erano scattate perquisizioni a tappeto e gli inquirenti avevano quindi sequestrato in casa del 31enne personal trainer oltre ad un chilo di cocaina anche una pistola Taurus calibro 9. Il giovane difeso dall’avvocato Gianandrea Pazzini si era difeso dicendo che quella droga lui la teneva per altri e che non la spacciava direttamente. Inoltre aveva spiegato che riceveva un compenso per detenere lo stupefacente ma che non l’aveva ceduto a terzi. I pusher - stando al racconto del personal trainer - sarebbero stati i due riminesi di 24 e 26 anni e il 30enne ucraino, ma gli inquirenti durante le perquisizioni a loro carico non avrebbero rinvenuto droga.

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