Rimini. Aumento del 10% per i canoni in spiaggia. I bagnini: “Non è questo il problema”

Rimini
  • 17 agosto 2025

Canoni per gli stabilimenti balneari, è ufficiale: i bagnini dovranno pagare di più. La missiva è arrivata pochi giorni fa, l’11 agosto, da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nero su bianco è stato spiegato che «ai sensi dell’articolo 4, comma 11, della legge numero 118/2022, si applica un aumento del 10% degli importi unitari per le concessioni demaniali marittime a decorrere dal 1° aprile 2025». Una informazione precisa - inviata all’Anci, al ministero delle Finanze, all’Agenzia del Demanio, alle Capitanerie di Porto, ai presidenti delle Regioni costiere - in cui si aggiunge tra l’altro che «gli uffici regionali sono pregati di effettuare le comunicazioni corrispondenti agli Enti territoriali competenti ai quali hanno subdelegato la relativa funzione amministrativa».

Ecco quindi che ogni dubbio è stato spazzato via, visto che già nelle scorse settimane si era parlato di un possibile rincaro su cui però dovevano arrivare delle conferme. Che a questo punto sono arrivate. Ma non sembrano preoccupare i bagnini. Almeno sentendo Mauro Vanni, presidente della Cooperativi Bagnini Rimini sud, nonché presidente nazionale Confartigianato, Imprese demaniali.

Vanni, si aspettava questi rincari?

«Sì, se ne discuteva già da tempo e adesso è arrivata la certezza che è arrivata adesso devo dire che non è un problema perché non è certo quello che rappresenta per noi una difficoltà».

Beh, l’aumento comunque è a due cifre, 10 per cento. E’ poco?

«Ma non è questione di poco o tanto. Le spese maggiori, forse questo non si sa, ma non arrivano dai canoni delle concessioni ma da altre spese».

Può dirci quanto spende lei per il canone?

«Allora per il mio bagno da 50 metri di larghezza e 180 di profondità staimo parlando di una concessione di circa 18mila euro. Ecco quindi che l’aumento si tradurrà in circa 2000 euro all’anno».

In media quanto si paga per una concessione

«La mia è più alta, Di media infatti siamo attorno ai 10mila-12mila euro. Ma ripeto, non sono queste le uscite maggiori».

Quali sono?

«Quello che rigurda le sole spese di gestione per la concessione si aggirano attorno ai 60mila euro, canone compreso.

Quindi il canone è circa un terzo. E il resto cosa riguarda?

«Salvataggi, pulizia dell’arenile, bollette, luci serali, Tari, Imu. E’ quello il grosso della spesa per tutti i bagnini. E va ricordato che comunque il vero problema riguarda sempre l’incognita delle concessioni. E ache su quelle c’è da prevedere una spesa».

Intende per partecipare ai bandi?

«Sì, per quello, serviranno almeno 40mila euro tra progetto, calcolo del piano finanziario, commercialista. E poi, se tutto va bene, bisognerà una volta ottenuta la concessione rimettere mano allo stabilimento per seguire le direttive del Piano dell’arenile».

E questo in cosa si traduce?

«Si traduce in almeno mezzo milione di euro di investimento, perché servirà buttare giù e rifare tutto. Davanti a questo esborso, capisce che quell’aumento del 10 per cento sul canone assume un significato diverso».

Ma avere un bagno conviene ancora?

«La situazione è complessa, è una fase particolare. In posizione floride, come può essere a Rimini Marina centro, la risposta è sì. Ma in tante zone più decentrate in tutta la riviera posso assicurare che in molti stanno pensando se partecipare ai bandi o meno: servirebbero diversi anni per rientrare degli investimenti e il dubbio che forse non convenga è nella testa di tanti bagnini».

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